Erano costretti a vivere in auto perché nessuno voleva affittare loro la casa. Asma e Nadir Haddad, coppia di tunisini con due bambini piccoli, dormivano nella loro macchina, nonostante il lavoro regolare di Nadir.
Poi, quando ne avevano letto la storia sui giornali, era arrivata una famiglia di Padova: li aveva dapprima ospitati tutti e quattro in casa propria, poi aveva acquistato a Piazzola sul Brenta una casa su due piani, con un po’ di giardino per i piccoli per affittarla ad Asma e Nadir. “Nessuna famiglia”, avevano spiegato i due ‘benefattori’, “dovrebbe vivere in macchina”.
La coppia aveva voluto rimanere anonima. Ma adesso i due protagonisti della vicenda hanno deciso di uscire allo scoperto, costretti da un’azione tutt’altro che edificante. Scrive infatti sulla sua pagina Facebook la scienziata Antonella Viola, che con il marito aveva deciso di acquistare l’appartamento e aiutare la coppia di tunisini con i loro bimbi.
“Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata, ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità”. Continua la scienziata: “Leggo su un articolo (di un giornale online della Cgil, ndr): ‘Nadir e Asma hanno due bambini piccoli. Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, è riuscita a trovare una soluzione’.
Ed ecco perché Antonella Viola ha deciso di rompere il silenzio: “Bellissimo, peccato che sia tutto falso. Io e mio marito abbiamo tolto dalla strada la famiglia di Asma, portandoli dapprima in casa nostra, dove abbiamo convissuto per un mese, e poi comprando un appartamento che andasse bene per le loro esigenze per poterlo affittare ad un prezzo onesto. Non ho mai visto la Cigl, né la Caritas né alcuna altra associazione. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche. La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto. Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti”.
Il sindacato, sul Corriere Veneto, ammette: «L’articolo era scritto male, lo abbiamo corretto, la professoressa Viola ha ragione: ci siamo interessati subito alla vicenda di Asma, ma la docente si è mossa autonomamente. Non abbiamo mai voluto sapere chi fossero i benefattori, abbiamo avuto oggettiva difficoltà anche noi a trovare una sistemazione perché nessuno voleva dar loro una casa. Abbiamo fatto anche da filtro a tante richieste assurde di persone che volevano tenere i bambini della coppia, lasciando per strada i genitori… non volevamo attribuirci nessun merito, nella costruzione dell’articolo on line mancava il passaggio che Asma e la sua famiglia avevano trovato una sistemazione grazie a alla generosità di una privata cittadina, lo abbiamo aggiunto».
Sulla versione oggi online, infatti, si legge: “Haddad e Asma hanno due bambini piccoli. Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, si è attivata. Una soluzione si è trovata grazie all’interessamento di una privata cittadina”.
Ed è poi la professoressa Viola a mettere la parola fine alla vicenda: “Ho sentito Barbara Schiavo e ci siamo chiarite, abbiamo faticato molto per trovare una sistemazione a quella famiglia e vedere che c’era qualcuno che si vantava di aver risolto i problemi, quando non era vero, mi ha infastidita. Comunque l’unica cosa importante è che Asma, Nadir e i bambini siano felici, noi siamo felici per loro».
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-12 10:09:02 ,www.repubblica.it