Per il centrodestra la conquista di Roma non è più una “mission impossible”. La frattura tra Pd e M5s, che vedrà contrapposti l’ex ministro Roberto Gualtieri alla sindaca uscente Virginia Raggi aiuta infatti non poco Salvini & co. Anzi, per la Capitale sarebbe più opportuno parlare di Meloni&co. Anche perché a sinistra devono pure fare i conti con Carlo Calenda, il leader di Azione che per primo ha lanciato la sua candidatura, e che, presumibilmente, porterà via voti soprattutto al candidato del Pd.
In aumento le chance del centrodestra
In questo scenario le chance per il centrodestra aumentano non di poco. Soprattutto si dà già per scontato l’arrivo al ballottaggio. Per vincere però c’è bisogno di un nome capace di attrarre l’elettorato dei candidati tagliati fuori. Ecco perché sia il leader della Lega che la presidente di Fratelli d’Italia e anche Forza Italia puntano su un cosiddetto civico. E cioè su un candidato senza tessera di partito. Il nome più gettonato al momento è quello di Enrico Michetti. Avvocato amministrativista noto soprattutto per la sua partecipazione a un’emittente romana, di quelle che catturano l’audience parlando soprattutto di calcio, di Roma e di Lazio.
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I nomi in campo
A proporlo sarebbe stata la Meloni, non senza qualche disappunto tra i suoi visto che Michetti non è riconosciuto come vicino a Fdi. Ma sarebbe proprio questa la sua forza, qualora dovesse ritrovarsi al ballottaggio contro uno degli altri 3 candidati. L’altro nome è quello della magistrata Simonetta Matone, per circa 20 anni giudice dei minori e nota al grande pubblico per le sue presenze televisive nei casi di cronaca nera. Qui l’indicazione sarebbe arrivata dal coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani.
Un altro vertice per decidere
La decisione arriverà in occasione del prossimo vertice, visto che quello di giovedì 27 è saltato per il caso Brugnaro-Toti. L’annuncio della nuova formazione politica, “Coraggio Italia”, grazie anche al contributo decisivo di parlamentari di Forza Italia, ha mandato su tutte le furie Silvio Berlusconi che si era anche speso personalmente per frenare l’emorragia. Salvini, che si era assunto l’onere di organizzare l’incontro, ha così deciso di rinviare anche perché nel frattempo era pure venuto fuori che tra i “coraggiosi” di Toti e Brugnaro c’era finita una parlamentare leghista, Tiziana Piccolo. Piccolo però ha fatto rapidamente marcia indietro ed è rimasta nel Carroccio anche su sollecitazione degli stessi fondatori, preoccupati per l’eventuale reazione del capo leghista proprio nella fase decisiva della scelta delle candidature.
Le mosse di Salvini
A questo punto però non è da escludere qualche carta tenuta nascosta e da girare sul tavolo al momento giusto. Salvini finora non ha fatti nomi. O meglio, aveva sponsorizzato Guido Bertolaso, che ha preferito rinunciare (forse anche per il tardivo consenso di Meloni alla sua candidatura). Il segretario della Lega quindi potrebbe presentare la sua nuova proposta. Anche se non è detto. La partita romana si incrocia infatti con tante altre e non è scontato che sia conveniente spuntarla sul candidato. C’è chi sostiene che tanto Salvini che Meloni abbiano come principale obiettivo la Regione, dove però si voterà nel 2023. E di qui ad allora i rapporti di forza nel centrodestra potrebbero essere assai diversi dagli attuali.