L’inchiesta sui favori a Torino: quel nulla osta alla clinica per sei casse di champagne a Gallo padre e figlio

L’inchiesta sui favori a Torino: quel nulla osta alla clinica per sei casse di champagne a Gallo padre e figlio

L’inchiesta sui favori a Torino: quel nulla osta alla clinica per sei casse di champagne a Gallo padre e figlio


Lo sblocco di una pratica burocratica vale sei casse di Brut. C‘è un episodio nelle carte dell’inchiesta “Echidna” che racconta « in modo plastico », scrive il gip, la logica di scambio di «utilità e favori» adottata da Salvatore “Sasà” Gallo: una vicenda che lo vede coinvolgere anche il figlio Raffaele per venire incontro a un amico dell’amministratore delegato di Sitalfa Roberto Fantini.

Il giudice dedica un paragrafo di 16 pagine alle tribolate vicende del Cfc, Centro fisioterapico canavesano, struttura di riabilitazione a Leini con dieci studi medici, un centro radiologico, due palestre e uno staff di fisioterapisti. Uno di loro, Paolo Mattana, è ideatore e amministratore del centro nato nel 2011. Ma tutto succede nell’autunno 2020, in piena pandemia.

Mattana ha bisogno di un grosso favore: ottenere un’autorizzazione per la variazione dei locali e l’ampliamento delle attività specialistiche del poliambulatorio. Si rivolge a Fantini che subito organizza un incontro con Salvatore Gallo e figlio: «Un pranzo frugale… se tu e Raffaele poteste… lui aveva piacere di farvi vedere il centro, come l’ha ristrutturato » . L’incontro viene fissato per il giovedì: « Martedì no, perché Raffaele ha sempre Consiglio in Regione: mi ha detto giovedì a pranzo » .

Ma un pranzo in piena pandemia preoccupa un po’ il consigliere Pd. Fantini insiste, quanto meno per una visita al centro, e Gallo padre si impegna: « Va bene, se ci tieni molto… » . La riconoscenza di Fantini è evidente, scrive il gip, «tanto da chiedergli un suggerimento per un eventuale regalo » . Un fatto che « la dice lunga su quanto per lui fosse importante l’interessamento di Fantini rispetto al buon esito della pratica».

L’incontro avviene il 29 ottobre, e sarà proprio Fantini ad accordarsi con il titolare di una gastronomia a due passi dal tribunale per acquistare alcune casse di spumante o champagne che « qualcuno » sarebbe poi passato a ritirare. Il regalo «sarebbe stato fatturato a una società» indicata dal dirigente Sitalfa, ma non è chiaro, secondo il gip, se sia proprio la sua. Fantini in ogni caso avvisaGallo: « Ho già trovato il vino, però fai che andare a ritirarlo tu».

Da qui l’interessamento dell’anziano politico diventa frenetico. Il 5 novembre Mattana informa Gallo padre del sopralluogo della commissione di vigilanza. E il 9 “ Sasà” gli scrive di essersi attivato: « Oggi ho fatto, dammi ritorno appena sai » . Poi rassicura l’amico Fantini: «La cosa procede bene». Dieci giorni dopo il fisioterapista lo aggiorna: «Ho sentito quello della commissione di vigilanza, mi ha detto che quello che doveva fare lui l’ha fatto. Ora la pratica è in mano a un’altra dottoressa ( di cui fa il nome, ndr) che mi ha detto che compatibilmente con la situazione Covid ci lavorerà sperando che non siano tempi biblici».

Fantini per giorni chiede a Gallo di monitorare la situazione, e lui lo rassicura: « La commissione è andata avanti… sono come te, le cose io le faccio » . Per contro gli chiede se però lui avesse fatto «la cosa del forno» da spedire alla sua associazione IdeaTo: « Una conversazione – scrive il gip – che indica la logica spudoratamente di scambio, di utilità e favori».

Il parere favorevole dell’assessorato alla Sanità all’istanza di Mattana arriva alla vigilia del Natale: « Tanti cari auguri, ti volevo informare che la cosa dovrebbe essere ok». Fantini però non è contento del tempo trascorso, poco meno di due mesi: «Ma è già tanto… in questa pandemia non lavora più nessuno » gli risponde piccato Salvatore, che comunque il 16 gennaio lo richiama sottolineando la buona riuscita dell’operazione, che senza il suo intervento acceleratore non avrebbe potuto ottenere prima di un paio d’anni: « Se non era per me… aspettava due anni, con la pandemia che c’è, era tutto insabbiato…».

La Pec con l’ok dell’Asl To4 arriva il 26 gennaio, ma contiene inesattezze, con conseguenti preoccupazioni: «Non viene citata la diagnostica, noi abbiamo fatto domanda per quella di primo livello… Rx… risonanza! » , si lamenta il fisioterapista. Dalla telefonata emerge che Mattana aveva presentato istanza al Comune di Leini che l’aveva girata alla commissione di vigilanza dell’Asl To 4 la quale, dopo il sopralluogo, aveva dato il via libera.

Nuova richiesta d’aiuto a Gallo: « Non capisco… hanno autorizzato solo 4 specialità delle 15 richieste » , e Sasà di nuovo si attiva. Tutto si sblocca a marzo: «Finalmente ci siamo arrivati», dice Salvatore, «ribadendo di aver usato la propria influenza per ottenere rapida definizione » . A Fantini confesserà: « È stato un parto difficile! » . Allora, commenta l’amico, « appena si può ci facciamo offrire un bel pranzo».



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-04-07 08:03:32 ,torino.repubblica.it

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