«Questa finanziaria è pericolosa, non ha una visione. Ma la premier è nuova, pensiamo vada aiutata e non solo contestata. Chiediamo un incontro a Giorgia Meloni per rivedere i numeri». Quella di Carlo Calenda è sì un’apertura, ma anche un’accusa di incapacità ed inesperienza. E infatti la prima reazione di Palazzo Chigi, per bocca del sottosegretario alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari è piuttosto stizzita: «Calenda è un chiacchierone, aspettiamo le sue idee geniali».
Incontro nei prossimi giorni
Eppure poco dopo arriva il sì di Meloni all’incontro, che si terrà nei prossimi giorni. Evidente il sospetto degli alleati, in primis Forza Italia, che teme di essere “sostituita” nelle votazioni in Parlamento come in parte avvenuto con l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato (anche se in quel caso l’apporto è venuto anche da altri gruppi di opposizione, dal momento che i senatori di Fi sono 18 e quelli del Terzo polo 9). E facile è l’accusa di “inciucio” con il nemico da parte di Pd e M5s. Che cosa c’è davvero dietro?
La lettura di Renzi: “opposizione costruttiva”
La prima spiegazione potrebbe essere semplicemente un modo diverso di fare opposizione da parte del Terzo polo rispetto al Pd e al M5s, che invece hanno annunciato proteste di piazza contro la manovra. Un’opposizione costruttiva, insomma. Questa almeno è la lettura che ne dà Matteo Renzi, l’altro leader della costituenda federazione tra Azione e Italia viva: «Mentre Cinque Stelle e Pd vogliono andare in piazza per difendere il reddito di cittadinanza, noi vogliamo difendere il lavoro e i conti pubblici. Abbiamo presentato una contromanovra e il fatto che Calenda abbia chiesto un incontro a Meloni per illustrargliela non è un inciucio ma un atto di rispetto istituzionale. L’opposizione si fa con le proposte, non con gli slogan». La stessa Meloni, quando era all’opposizione del governo Draghi, incontrò più di una volta il premier per illustrare le proposte di Fratelli d’Italia. Proposte che talvolta sono anche state assorbite da Draghi nei suoi provvedimenti.
Il Terzo polo non ha interesse a entrare nel perimetro della maggioranza
D’altra parte né Calenda né Renzi hanno, almeno in questa fase politica, l’interesse a entrare nel perimetro della maggioranza («io sono quello che i governi li fa cadere e Conte ne sa qualcosa, secondo me questo governo potrebbe non superare le europee del 2024», punzecchia non a caso l’ex premier): il Terzo polo non ha i numeri per essere decisivo e il suo progetto politico resta quello di scompaginare il debole bipolarismo esistente o, in subordine, di scompaginare il Pd puntando alla divisione tra riformisti dem e sinistra in modo da guidare l’area dell’opposizione anti-M5s.
Il rapporto tra Meloni e Forza Italia
Sul fronte opposto Meloni sa bene che Forza Italia, numeri alla mano, non può essere sostituita dai centristi del Terzo polo. Ma certo, di fronte alla fibrillazioni degli azzurri (in calo nei sondaggi, al pari della Lega, a vantaggio di Fratelli d’Italia) sulla legge di bilancio, la premier vuole anche mandare un messaggio in vista delle votazioni in Aula. Della serie: non posso sostituirvi ma posso tamponare i vostri eventuali mal di pancia, come avvenuto per l’elezione di La Russa.