Oltre all’eclissi solare ibrida del 20 aprile prossimo, infatti, per gli appassionati dell’astronomia c’è un altro appuntamento da segnare. Come ogni anno, arrivano puntuali le Liridi, le “stelle cadenti” di primavera. Ecco quando sarà il momento migliore e dove puntare lo sguardo per seguire al meglio questo scintillante spettacolo del cielo.
Cosa sono le Liridi
Le Liridi, ricordiamo, sono uno sciame meteorico osservato ormai da parecchi secoli, e tra i più antichi conosciuti. Basta pensare che il primo avvistamento risale al 687 a.C. in Cina. Sono legate ai detriti della cometa a lungo periodo 1861 Thather e che, come indica il nome stesso, sembrano provenire dalla costellazione della Lira. Queste minuscole meteore, quando entrano in collisione con l’atmosfera terrestre, bruciano originando così una temporale di stelle cadenti (termine improprio, dato che non si tratta di stelle).
Il picco dello sciame meteorico, ossia il momento di maggiore attività meteorica, è previsto intorno al 22/23 aprile, mentre il maggior numero di Liridi è atteso nelle ore che seguono il crepuscolo serale. “Sarà comunque opportuno monitorare magari fotograficamente anche l’attività delle notti adiacenti, specie delle precedenti che in genere sono più ricche di scie luminose”, consigliano gli esperti dell’Unione astrofili italiani (Uai).
Sebbene si osservino meglio nell’emisfero settentrionale, generalmente le loro apparizioni sono abbastanza limitate con non più di 10-30 meteore all’ora, “ma in determinati momenti relazionati al ciclo orbitale di Giove, le Liridi possono mostrare anche brevi e intensi outburst, come accadde nel 1982 nel continente americano per circa un’ora con 3-5 meteore /minuto”, aggiungono dall’Uai. Inoltre, quest’anno la loro osservazione sembra essere ancor più favorevole, data l’assenza della Luna.
Ma dove puntare lo sguardo?
Le Liridi, come già descritto, devono il loro nome al radiante, ossia il punto nel cielo da cui sembrano provenire, posizionato nella costellazione della Lira. Per individuarla, basterà rivolgersi a nord-est di Vega, la stella più luminosa di questa costellazione e tra le più visibili in questo periodo dell’anno. Lo spettacolo sarà ancora migliore se, ovviamente, non ci saranno nuvole e ci si recherà in un posto il più buio possibile, lontano perciò dall’inquinamento luminoso. Come suggerisce Bill Cooke, esperto della Nasa, basterà sdraiarsi di schiena con i piedi rivolti a est. Non sarà, inoltre, necessaria alcuna attrezzatura come telescopi o binocoli, ma solamente un po’ di pazienza per consentire agli occhi di abituarsi all’oscurità.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-04-19 10:41:20 ,