Gli interventi che migliorano l’isolamento termico domestico e quindi l’efficienza energetica sono davvero sopravvalutati, come implicitamente lascia intendere un recente studio della University of Cambridge? Scorrendo il documento pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Energy Economics verrebbe da rispondere sì, ma in realtà il tema è molto più complesso. E come
ha spiegato l’Enea, ovvero l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, l’impegno delle politiche italiane sull’efficientamento rimane corretto.
12 anni di monitoraggio su 55mila abitazioni
La professoressa Laura Díaz Anadón, director of the Cambridge Centre for Environment, Energy and Natural Resource Governance e la dottoressa Cristina Peñasco hanno scoperto che in Inghilterra e in Galles le azioni per migliorare l’isolamento domestico delle case riducono marginalmente i consumi di gas e solo per pochi anni. Nello specifico l’isolamento dei solai e delle intercapedini delle abitazioni esistenti danno qualche vantaggio il primo e al massimo il secondo anno, dopodiché ogni effetto positivo sembrerebbe svanire entro il quarto anno. La valutazione si basa sull’analisi dei modelli di consumo di gas di oltre 55.000 abitazioni in dodici anni (2005-2017), considerando diversi fattori fra cui l’età e le dimensioni degli edifici, le condizioni meteorologiche e i prezzi del gas.
Ebbene se nel primo anno dagli interventi sulle intercapedini delle pareti si è manifestato mediamente un calo del 7% dei consumi di gas, già a partire dal secondo si è scesi al 2,7% (sempre rispetto al primo alla condizione iniziale) e dal quarto il dato è diventato trascurabile. L’isolamento del sottotetto si è dimostrato il 50% meno efficace rispetto all’intercapedine, con un calo medio iniziale del consumo di gas di circa il 4%, poi dell’1,8% dopo un anno e insignificante dal secondo in poi. In presenza di giardini d’inverno gli eventuali guadagni in termini di efficienza energetica si sono azzerati dopo il primo anno.
Perché questo risultato negativo?
I ricercatori inglesi sostengono che il peggioramento dei risparmi possa essere legato al cosiddetto “effetto di rimbalzo”, ovvero al fatto che il miglioramento dell’efficienza energetica viene mediamente annullato dal costante aumento del consumo di energia. Il concetto risale al 1865 e fu teorizzato per la prima volta dall’economista William Jevons: ai tempi si rese conto che
i motori a vapore più efficienti – che si stavano diffondendo progressivamente in ogni campo – aumentavano l’uso di carbone, anziché ridurlo. Oggi, suppongono i ricercatori di Cambridge, l’effetto rimbalzo inglese potrebbe essere dovuto a comportamenti inappropriati come l’aumento della temperatura di riscaldamento, l’apertura delle finestre in stanze soffocanti o l’ampliamento degli edifici. In sintesi, pur riconoscendo il valore dell’isolamento termico, gli esperti sostengono che bisognerebbe abbinare incentivi per l’installazione di pompe di calore e realizzare campagne informative per incoraggiare comportamenti più corretti – almeno per raggiungere gli obiettivi 2030 relativi all’indipendenza dai carburanti fossili. Soprattutto le pompe di calore, che estraggono il calore dall’esterno per riscaldare radiatori interni, sono un esempio di grande efficienza e annullano la necessità di caldaie a gas.
L’Enea non concorda e rilancia
Nicolandrea Calabrese, responsabile Laboratorio efficienza energetica negli Edifici e Sviluppo Urbano dell’Enea, spiega che al netto di questo studio inglese e in base alle evidenze scientifiche elaborate dai suoi stessi laboratori il beneficio dell’isolamento termico non si annulla mai se le condizioni pre e post intervento restano le medesime. Il tema centrale è che di solito gli interventi di ristrutturazione energetica sono spesso accompagnati dall’ampliamento delle abitazioni, quindi a un aumento delle superfici da riscaldare/raffrescare. Anche il tema comportamentale è tendenzialmente secondario, poiché non ha nulla a che fare con i risparmi legati agli interventi di efficientamento. Infine un ulteriore dettaglio: l’insuflaggio delle intercapedini, rispetto ad altri sistemi di intervento retrofit, è considerato il peggior metodo di isolamento impiegabile sebbene fra i più economici.
Calabrese è convinto che lo studio faccia emergere soprattutto l’importanza dei generatori a pompa di calore e il valore della sensibilizzazione per poter indirizzare in maniera corretta i comportamenti dei cittadini in ambito di consumo energetico. Non a caso i ricercatori sostengono che nel Regno Unito bisognerebbe attivare quei meccanismi incentivanti per le pompe di calore che in Italia esistono da anni. Insomma il Regno Unito è in ritardo su questi fronti, e se da una parte tutti concordano sull’importanza del miglioramento dell’isolamento termico, dall’altra si fa poco per “degassificare completamente il riscaldamento”. Persino la Scozia offre sovvenzioni e prestiti senza interessi per le pompe di calore, mentre il resto del Regno Unito ha solo ridotto l’Iva sotto forma di sgravi fiscali. Enea ricorda che in Italia gli sforzi di sensibilizzazione su questi temi sono sempre stati forti, soprattutto nell’ultimo periodo a causa della situazione geopolitica mondiale e della crisi energetica. L’agenzia stessa è da tempo impegnata in campagne di informazione e formazione sull’efficienza energetica, nell’ideazione di moltissime iniziative, manifestazioni e progetti, nonché autrice di numerosi vademecum e linee guida, realizzate anche su input del ministero del dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per promuovere un uso più consapevole e razionale dell’energia.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2023-01-17 06:33:41 ,
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Il post dal titolo: L’isolamento degli edifici fa veramente risparmiare sul riscaldamento? scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2023-01-17 06:33:41 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue