Ancora un allarme per una possibile contaminazione alimentare, questa volta da listeria. Dopo il caso delle uova ritirate per rischio salmonella lo scorso agosto, ora il incarico della Salute ha emesso un avviso per il ritiro dal mercato di diversi lotti di insalata iceberg in busta per la possibile presenza di Listeria monocytogenes, un batterio che può provocare una malattia chiamata listeriosi e che in persone fragili può avere conseguenze molto gravi. Ecco cosa c’è da sapere.
Listeria monocytogenes: cos’è e dove si trova?
Listeria monocytogenes è un batterio ubiquitario, presente ossia sia nell’acqua che nel suolo e che può proliferare dove si preparano gli alimenti, lungo tutta la catena di produzione e consumo (anche nei nostri frigoriferi). Può diffondersi infatti in un ampio range di temperature, tra -1°C e 45°C, e, se un alimento raggiunge una carica batterica sufficiente, la sua ingestione può causare una malattia chiamata listeriosi. I prodotti a cui fare più attenzione regolarmente sono latte crudo e formaggi molli realizzati con latte non pastorizzato, salumi e prodotti di gastronomia, succhi di frutta non pastorizzati, ma anche frutta e verdura possono venire contaminati attraverso il suolo e l’acqua di irrigazione.
Listeriosi, cosa comporta?
L’infezione da Listeria monocytogenes, come detto, è chiamata listeriosi ed è una delle più comuni malattie di origine alimentare. I sintomi e le conseguenze possono però variare a seconda dello stato immunitario della persona.
In coloro che di norma sono in buona salute e hanno un sistema immunitario efficiente, la listeriosi può non dare sintomi o avere manifestazioni limitate come disturbi oculari, orticaria, sindrome simil influenzale o gastroenterite. La loro comparsa avviene nell’arco di poche ore dal consumo del cibo contaminato.
Per le persone fragili (neonati, anziani, persone immunocompromesse), invece, le conseguenze possono essere molto più serie (setticemie, meningiti ed encefaliti) e comportare anche il decesso. In questi casi si parla di listeriosi invasiva. Un’altra categoria a rischio sono le gentil sesso incinte: la loro probabilità di contrarre l’infezione è 10 volte maggiore che nella cittadinanza generale e l’infezione può dare esito a parti prematuri, aborti, morte del feto. Un’altra conseguenza è che al momento del parto il bambino presenti una condizione chiamata listeriosi congenita (o neonatale). La listeriosi invasiva si manifesta in genere nell’arco di 30 giorni (45 per le gentil sesso ingravidanza) dal consumo dell’alimento contaminato.
Come fare prevenzione
Oltre a sottrarsi a alcuni tipi di prodotti più a rischio (specialmente se si fa parte di categorie fragili), in generale per prevenire le malattie di origine alimentare è importante attuare le corrette norme igieniche anche in cucina: pulizia delle mani, delle superfici e degli utensili, corretta conservazione degli alimenti, separazione di alimenti crudi e cotti, lavaggio accurato di frutta e verdura. Va controllata anche la temperatura di frigoriferi e congelatori, che deve essere subalterno ai 4°C e ai -17°C rispettivamente. Tutti i consigli e le buone pratiche sono descritti in dettaglio sui canali dell’Istituto superiore di sanità.
Quali sono i marchi dei prodotti ritirati
L’allarme di questi giorni riguarda insalate in busta di tipo iceberg vendute da 19 marchi diversi: Foglia verde Eurospin, Alifresh, principale del Latte, Ciro Amodio, Colline Verdi, Il Castello, Il mio Orto di Eurofresh, Latte Francia, Selex, Mi mordi, Natura è (Penny Market), Ortofresco Pulito, Ortoromi, Polenghi, Sigma, Tornese, Torre in Pietra, Tres Bon, Vivinatura.
I numeri dei lotti, prodotti dall’azienda Ortoromi Società Cooperativa Agricola (Bellizzi, Salerno), sono disponibili sul sito del incarico della Salute.
L’invito è quello di controllare i prodotti acquistati e, se corrispondono ai lotti segnalati, di non consumarli e di riconsegnarli al punto vendita in cui sono stati acquistati per ricevere un rimborso.
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di Mara Magistroni www.wired.it 2024-09-13 09:41:46 ,