Author: Paola Di Caro
Data : 2022-12-22 22:00:20
Dominio: www.corriere.it
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«Migranti, da noi chi ha soldi per gli scafisti. Reddito, no a chi cerca il lavoro dei sogni»
Il saluto ai suoi parlamentari, quello ai diplomatici e quello agli italiani tutti, ospite di Porta a Porta. Il tutto prima di partire in serata per l’Iraq, dove con i ministri di Esteri e Difesa Tajani e Crosetto a Erbil e Baghdad oggi porterà l’omaggio delle istituzioni e gli auguri di Natale.
Giornata intensa per Giorgia Meloni, che ne approfitta per un primo bilancio dei suoi non facili due mesi di governo, dei quali sente di avere poco da rimproverarsi: «Rispetto a chi auspicava e prefigurava una partenza di questa maggioranza e di questo governo come una catastrofe, tutto il racconto che è stato fatto su di noi sta loro tornando indietro come un boomerang». Poi, è tempo di rilanciare molti temi che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale.
E dunque no secco ad accedere ai fondi europei del Mes, conferma della severa stretta sul reddito di cittadinanza, sì a ristori per i commercianti che pagano commissioni sul Pos, no all’immigrazione incontrollata come quella di chi «ha i soldi per pagare gli scafisti, che noi accogliamo» e che ha creato «frizioni con la Francia», pieno sostegno all’Ucraina dove ha intenzione di recarsi nei primi mesi del 2023 ma anche necessità di rendersi indipendenti dall’aiuto internazionale dei partner stranieri, per non diventarne dipendenti, che sia dal gas russo o dall’elettricità cinese. L’Italia deve ritrovare il suo ruolo centrale anche — come consiglia ai diplomatici alla Farnesina — riscoprendo l’uso della lingua madre in mezzo «a troppi inglesismi».
«Sono cresciuta nella conflittualità, figuriamoci se mi spaventano le manifestazioni. L’unica cosa che mi spaventa è deludere», dice la presidente del Consiglio spiegando che il suo obiettivo è quello di avere, a fine legislatura, un Paese più «ottimista, che si fidi delle sue istituzioni». Sa bene «a cosa vado incontro, so quali sono i poteri con i quali hai a che fare, le incrostazioni, so che è un lavoro difficile, so che incontreremo trappole, ma penso che sia alla nostra portata ed è una priorità. Per me se una cosa è giusta, si fa».
E questo vale per i temi su cui ha impostato la sua campagna elettorale, a partire dal Mes, il fondo messo a disposizione dall’Europa per le spese sanitarie: «Finché io conto qualcosa l’Italia non accederà al Mes, lo posso firmare col sangue», scandisce. Questo non significa però che il Parlamento non possa decidere di approvare la riforma, come hanno fatto tutti gli altri paesi Ue: «Non è un grande tema» ma «se siamo gli unici che non approvano la riforma blocchiamo anche gli altri», è l’apertura. In ogni caso, annuncia che su come rendere lo strumento «più utile» parlerà con il direttore del Mes.
Sul Reddito di cittadinanza Meloni ribadisce che saranno protetti i fragili, gli ultra sessantenni e chi ha figli minori, ma per tutti gli altri si cambia: «Lavori dignitosi ci sono e si trovano. Si vorrebbe creare un mondo perfetto dove tutti trovano il lavoro dei loro sogni ma se ti rifiuti di lavorare con lavoro dignitoso perché accetti solo il lavoro dei tuoi sogni non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato con le tasse pagate da chi ha accettato un lavoro che spesso non era il lavoro dei sogni», scandisce.
Anche sul Pos, dove il governo è stato costretto a mantenere l’obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti non in contante, Meloni ribadisce che il peso non può andare solo sulle spalle dei commercianti, quindi conferma che si farà «moral suasion» perché si azzerino le commissioni, altrimenti «posso considerare la commissione come un extragettito, tassarla e utilizzare quei soldi per aiutare gli esercenti che hanno difficoltà».
Si chiude con il rapporto con la Francia sull’immigrazione, altro tema sul quale Meloni insiste sulla linea dura: «Sì, tra Italia e Francia c’è stata una frizione sui migranti. E lo rivendico. In Francia hanno ricevuto una sola nave ong e si sono arrabbiati. Il problema non sono i profughi. Sono le migliaia di migranti irregolari. Abbiamo ricollocato in Francia e Germania solo 117 migranti su 94 mila». E accusa: «Quelli che accogliamo noi sono banalmente quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti. Non è un modo intelligente di gestire l’immigrazione».
22 dicembre 2022 (modifica il 22 dicembre 2022 | 22:46)
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