Lo scontro fra Schlein e De Luca è appena iniziato. Non riguarda solo la Campania ma pure le Europee

Lo scontro fra Schlein e De Luca è appena iniziato. Non riguarda solo la Campania ma pure le Europee

Author: Ciro Pellegrino
Data : 2023-10-30 18:42:27
Dominio: www.fanpage.it
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“Vincenzo De Luca è stato eletto con il Pd nel 1993 quando io avevo 8 anni” dice Elly Schein. È solo l’inizio di uno scontro politico che continuerà per mesi.

Schlein e De Luca

Schlein e De Luca

Dopo mesi di guerra fredda arriva (qualcuno dice ‘finalmente’) il momento del botta e risposta, seppur indiretto, fra Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico e Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. È il programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa” a prendere il posto di congressi e riunioni di partito. La scorsa settimana De Luca era stato ospite del “fratacchione” in onda su Discovery Nove per presentare il suo libro “Nonostante il Pd”. E aveva lanciato bordate al suo partito. Stessa solfa nei giorni a venire e siamo solo all’inizio del tour promozionale del libro del governatore. Cosa vuole De Luca è chiaro: cambiare la legge regionale e ricandidarsi per la quarta volta alle Elezioni Regionali in Campania. Oggi dopo il secondo mandato consecutivo questa possibilità gli è inibita.

Ieri Elly Schlein a “Che tempo che fa” è stata drastica. Alla domanda di Fazio: «Candiderebbe Vincenzo De Luca se ci fosse la possibilità di un terzo mandato in Regione Campania?» ha detto:

Il terzo mandato in questo momento non è previsto dalla legge. So che Vincenzo De Luca ha scritto un libro, ricordo che è stato eletto per la prima volta nel 1993, quando io avevo 8 anni. Il titolo giusto del libro dovrebbe essere “Grazie Pd”. Il Pd è una grande comunità non è la sua segretaria, e sarebbe giusto ringraziarlo.

La furia deluchiana ha atteso l’indomani per sfogare: «Schlein – ha dichiarato stamane – ha fatto un’altra figuraccia, perché nel 1993 e nel 1997 mi sono candidato senza lista di partito. Mi candidai con due liste di programma, quindi ha perso un’altra buona occasione per tacere».

Quello che sostiene De Luca sulla sua elezione a sindaco di Salerno nel 1993 non è completamente vero ma è il fulcro della questione – se analizzata dagli albori ad oggi – del rapporto fra “lo sceriffo” e il suo partito di riferimento. Occorre contestualizzare: nel 1993, con la tempesta giudiziaria di Tangentopoli, De Luca diviene sindaco in luogo dell’allora primo cittadino Vincenzo Giordano, socialista, coinvolto nello scandalo tangenti (e poi assolto anni dopo).

Dopo un mese, indette le Amministrative, egli si candida con la legge che prevede l’elezione diretta del sindaco e crea questa lista, “Progressisti per Salerno” che tuttavia ingloba anche il mondo dell’allora Partito Democratico della Sinistra, il partito nato dalla Svolta della Bolognina di Achille Occhetto nel 1991, erede del Partito Comunista Italiano all’interno del quale De Luca aveva sempre militato.

È proprio questo rapporto tra il presidente della Regione e il suo partito, il nocciolo della questione: De Luca ha sempre voluto mani più che libere e nessuna concertazione su composizione delle liste, scelta di candidati, alleanze. Zero discussioni anche sulle politiche da adottare per il territorio e sulla scelta degli assessori: decide solo lui. Nel corso dei decenni le polemiche sono state così tante da poter riempire un volume intero di racconti.

Ora che gli equilibri nel centrosinistra sono cambiati, che la stella deluchiana non brilla più come un tempo e che l’uomo politico ha scollinato le settanta primavere, l’esigenza di cambiare – prima nemmeno sussurrata per paura di far infuriare lui e i suoi – è diventata più esplicita.

Il governatore aspetta. E spera, come Leonard Cohen, uno dei suoi cantanti preferiti, di poter dire a breve «i’m your man», sventolando i nuovi santini elettorali del 2025. Intanto è in campagna permanente su ogni canale televisivo e sui social. E poi spera che alle Elezioni Europee del prossimo anno sia la segreteria di Schlein a perdere colpi, così da rifarsi avanti come “l’uomo provvidenziale”, unico capace di far vincere il centrosinistra in Campania. Pure perché il centrodestra di Giorgia Meloni ha le idee chiare: da mesi prepara il terreno a Gennaro Sangiuliano, attuale ministro della Cultura e praticamente in pianta stabile in Campania, ad ogni minimo evento.



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Ciro Pellegrino , 2023-10-30 18:42:27 ,

Previous premier eletto dai cittadini, norma anti ribaltoni e senatori a vita indicati dal governo- Corriere.it

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