La spinta dei fedelissimi sul ministro degli Esteri: nel M5S ora di dividersi. Le sirene del Centro
un momento di importante riflessione: Luigi Di Maio non nasconde le perplessit sul suo futuro politico dopo i duri scontri con Giuseppe Conte. Lo dice ai suoi fedelissimi. il tempo della diplomazia e delle valutazioni. Il titolare della Farnesina ha una giornata vorticosa di incontri, di telefonate — alcune ostentate, altre nell’ ombra — passaggi per capire come muoversi. E dove muoversi. Gi, perch l’idea di lasciare il Movimento non pi solo una fantasia da buvette. L’ex capo politico dei Cinque Stelle, attuale inventore dell’associazione che alla base della struttura pentastellata, tirato per la giacca da diversi suoi fedelissimi. E non solo. Luigi forse arrivato il momento che le strade tue e dei Cinque Stelle si dividano, dicono i parlamentari a lui pi vicini. La parola scissione non pi un tab.
Tanti esponenti di altre forze politiche lo stanno corteggiando, ormai anche a carte scoperte. Si parla di un grande polo centrista, un nuovo soggetto che possa essere un punto di riferimento nell’area moderata. C’ chi discute del progetto apertamente. Noi saremo disponibili ad accogliere una componente dimaiana nel polo di centro, dice ad Open l’ex M5S Emilio Carelli, ora in Coraggio Italia.
Di Maio tentato dall’idea, sempre stato in prima linea, abituato a pesare nelle scelte e nelle relazioni del partito. Le accuse dei contiani, le vicende politiche per la scelta del Colle, anche la sintonia con l’esecutivo: tutte queste spine lo allontano dal Movimento. Ecco allora la necessit di un confronto, l’occasione per valutare quali mosse fare. Di Maio incontra Virginia Raggi e sente telefonicamente Chiara Appendino. L’ex inquilina del Campidoglio, membro come lui del comitato di garanzia (organo M5S che in teoria pu proporre la sfiducia al presidente), non certo una guerrafondaia: la carta di un braccio di ferro sembra per ora messa in secondo piano (non a caso non risultano contatti in giornata con Roberto Fico, il cui voto fondamentale per una eventuale sfiducia). C’ chi mette sul piatto anche l’idea che a Raggi Di Maio abbia prospettato un futuro politico comune. Un’idea che si vocifera coinvolga anche referenti territoriali del Movimento, in primis quei consiglieri regionali vicini al titolare della Farnesina. Scenari ancora da chiarire: tutte le opzioni sono sul tavolo.
L’universo dimaiano attende e si interroga. C’ l’inner circle — con Laura Castelli, Cosimo Adelizzi — chi gli vicino (ed alla seconda legislatura) — come Sergio Battelli, Mattia Fantinati, Simone Valente, i senatori come Vincenzo Presutto o Primo Di Nicola, i big che lo sostengono (ma agiscono in autonomia) come Vincenzo Spadafora —. Intanto i mediatori lavorano. C’ Beppe Grillo, che segue da vicino l’evolversi degli eventi, preoccupato. L’opera (delicatissima) di ripianare le divergenze nelle mani di Davide Crippa. Il riserbo massimo, ma filtra la voce di diverse telefonate del capogruppo. L’operazione pi che complessa e le parti sono pi che distanti. Di Maio, intanto, alza la posta. Nel gruppo parlamentare si rincorrono diverse voci. il solito bluff, dice un contiano. Una scissione? Speriamo di no: Di Maio parte della nostra storia. Serve un chiarimento con Conte al pi presto, ne va del futuro di tutti, replica un Cinque Stelle di lungo corso. Intanto c’ chi attende oggi con ansia l’esito del reclamo in merito alla causa sulla validit del voto per lo statuto: una sconfitta dei Cinque Stelle azzererebbe tutte le cariche e sconvolgerebbe ulteriormente il panorama gi caotico dei pentastellati.
1 febbraio 2022 (modifica il 1 febbraio 2022 | 22:18)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Emanuele Buzzi , 2022-02-01 21:18:35
www.corriere.it