Domani 24 giugno l’artista Davide Dormino esporrà a Londra per un giorno il suo “Anything to Say?”, gruppo scultoreo dedicato a Julian Assange, Edward Snoden e Chelsea Mannig, che simboleggia il coraggio dei ‘whistleblower’ e di tutti coloro che lottano per difendere la libertà di espressione e informazione nel mondo, un principio inalienabile.
Nel film “L’Attimo Fuggente”, Robin Williams era l’insegnante di un gruppo di giovani poeti, che a un certo punto sale su un tavolo e chiede ai ragazzi: “Venite qui e mettetevi in piedi sul tavolo: cambiate il vostro punto di vista”, nel senso di uscire dalla propria comfort Zone.
“Niente da dire?” è una scultura in bronzo, a grandezza naturale, dello scultore italiano Davide Dormino, raffigurante tre figure ciascuna in piedi su una sedia. La quarta sedia “è vuota perché è la nostra sedia -ha spiegato lo scultore originario di Viterbo- Quella su cui alzarci per esprimerci o semplicemente stare accanto a Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, che hanno avuto il coraggio di dire no all’intrusione della sorveglianza globale e alle bugie che portano alla guerra”.
E’ l’occasione per organizzare una mobilitazione davanti all’House of Parliament britannica, sulle rive del Tamigi, affinché venga liberato il giornalista australiano, richiuso in isolamento da oltre 4 anni nel carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh, detta la Guatanamo inglese, come un criminale pericoloso pur non avendo mai subito processo.
Assange è infatti in attesa dell’estradizione negli Usa, che potrebbe essere confermata ormai a breve. Se ciò avvenisse, il giornalista rischierebbe una condanna fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti, secondo l’Espionage Act, per avere rivelato documenti secretati sui crimini di guerra compiuti dalla truppe americane nel corso delle guerre in Iraq e Afghanistan.
I parlamentari britannici John McDonnell e Apsana Begum saliranno sulla sedia vuota, invito a esprimersi in pubblico ad alta voce, insieme alla moglie di Julian, l’avvocata sudafricana Stella Moris, con cui il giornalista si è sposato in prigione lo scorso anno, e al caporedattore di WikiLeaks, Kristinn Hrafnsson. Perché, come dice Assange, “il coraggio è contagioso”. (Rossella Guadagnini)
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2023-06-23 19:00:15 ,