L’operazione politica del governo Meloni in Albania è fallita. Ed è fallita con pena e imbarazzo. Il progetto di trasferire i migranti recuperati in acque internazionali nei centri albanesi di Shenjin e Gjader è forse uno dei più brucianti punti di non ritorno di questi due anni di governo Meloni. Anche e soprattutto sotto il profilo comunicativo e narrativo, l’”effetto deportazione” sull’opinione pubblica non può più avere alcun oscuro fascino, e i maggiorenti di centrodestra lo hanno ben capito, a giudicare da come e quanto stanno ignobilmente alzando i toni contro la magistratura.
Anche i sostenitori più marmorei avranno compreso che il progetto – molto, strabocchevole costoso e dai numeri assai contenuti, volendo sforzarsi solo per un attimo di mettere da parte tutte le criticità per garanzie e diritti umani, che sono il cuore del problema e lo inchiodano fin da subito – era costruito in complesso territorio giuridico vergine, nella speranza di poter forzare le maglie di qualche manciata di leggi e sentenze e proporre agli italiani una soluzione certo poco più che simbolica ma dirompente. Che consentisse all’esecutivo di abbarbicarsi sempre di più al sentimento retrogrado di un bel pezzo di paese, di proporre un risultato concreto e dai connotati fortemente polizieschi così da far trascorrere il Natale in pace ai bravi concittadini. I “pericolosi” migranti al gelo dei prefabbricati albanesi – fossero pure poche centinaia mentre migliaia di altri affogano o approdano sulle nostre coste – tutti gli altri al ricco e caldo cenone delle feste.
Che politicamente si tratti di un disastro (annunciato da più fronti, fra l’altro) ne è testimonianza anche la cavalleria miliardaria che si è in questo momento messa in movimento. Perfino il più inquietante villain dei nostri tempi, quell’Elon Musk che dall’alto di uno scranno spara-bufale come il social X, si permette di formulare una cacciata dei giudici, si adopera in aiuto dell’amica Meloni, stra-carico per il trionfo di Trump. Giudici che uno dietro l’altro e a dirla tutta in piena uniformità rispetto alle fonti del diritto europeo e alla Costituzione che pone al di sopra delle norme nazionali quelle comunitarie, stanno facendo il loro lavoro. E ossia sostanzialmente rimandando la questione del rimpatrio nei paesi sicuri dei migranti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, sospendendo nel frattempo i provvedimenti di fermo nella piccola exclave italiana al Nord dell’Albania.
E innescando l’umiliante trasferimento obbligato in Italia di poche manciate di persone disperate. In un tour di Mediterraneo e Adriatico a spese nostre, che paghiamo il gasolio della nave Libra, il personale, le forze dell’ordine al di là dell’Adriatico e tutto il resto di questa miserevole messinscena. Per una cifra poco chiara, che molte stime piazzano a 800 milioni per l’intero meccanismo pluriennale e già dopo un mese dal via a un costo significativo per un risultato equivalente a zero.
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di Simone Cosimi www.wired.it 2024-11-12 11:40:00 ,