I mostri fanno ancora più paura: appaiono più vicini e inesorabili, beffardi e crudeli notte dopo notte, mentre di giorno le visioni fantasmatiche che perseguitano alcuni dei cittadini sono sempre più enigmatiche e pervicaci. L’inquietudine che lo show trasmette è inversamente proporzionale al tempo trascorso: piuttosto che abituarsi alle circostanze surreali e alla convivenza con il resto della comunità, i cittadini ne subiscono sempre più l’influenza. La presenza di Victor, prigioniero praticamente da sempre, è un monito implacabile e intensifica la consapevolezza che chiunque sopravviva alle creature notturne è destinato a perdere, prima o poi, la ragione. From 2 trova nuovi espedienti creativi per far sobbalzare di paura mentre introduce ulteriori ostacoli alla lotta per la sopravvivenza. È più angosciante e avvincente, e l’opacità dei suoi misteri è l’unico ostacolo alla fruibilità. La seconda stagione, ripartendo da zero e aumentando i misteri, il dramma e l’orrore, si prende un grosso rischio.
La prima metà di stagione è sicuramente intrigante e incalzante, tesa nella sua estenuante immobilità e altrettanto affascinante nella sua esplorazione di una moralità grigia ma i suoi enigmi non possono essere custoditi gelosamente troppo a lungo. Il resto dell’annata ha bisogno di andare avanti: l’orrore così reiterato (puntualmente scandito dall’arrivo di nuovi personaggi e dalle visite dei mostri, come in un loop infinito alla The Walking Dead) rischia di diventare routine se gli autori (il creatore della serie John Griffin, lo showrunner Jeff Pinkner di Fringe, Alias e Lost, e il regista Jack Bender di Lost) non sbloccheranno l’andamento ciclico di una struttura narrativa che ha bisogno di essere rinforzata da risposte soddisfacenti.
Leggi tutto su www.wired.it
di Lorenza Negri www.wired.it 2023-05-18 16:00:00 ,