“Spero che il mio background parli per me”. Sono le parole dell’astronauta Luca Parmitano al Wired Next Fest 2023 di Milano in riferimento ai prossimi step che riguarderanno la missione Artemis. “AstroLuca” sogna la Luna e lo dice senza nascondersi più di tanto. “Non mi sforzo di non pensarci – ha detto dal palco del Cortile delle Armi del Castello Sforzesco -, faccio questo lavoro per un motivo preciso. Per quanto mi riguarda non si tratta di dire: scegli me. La domanda a cui devo rispondere è invece: ho qualcosa da contribuire per questo programma? Io spero che il mio background parlerà per me e spero che il mio percorso di lavoro possa permettermi di contribuire a questa nuova avventura. Tutto quello che posso, vorrei darlo per contribuire”.
Nel corso della suo panel dal titolo E adesso che succede, Parmitano ha parlato del momento delicato per lo spazio e per l’Europa dello spazio: “Si tratta di un momento di trasformazione ed evoluzione – ha detto -, una delle cosa che mi appassiona dello spazio è che è un ambiente in cui ogni difficoltà può diventare un’opportunità per l’evoluzione. È un momento difficile da un punto di vista geopolitico, però da un lato abbiamo l’esempio della stazione spaziale internazionale che è l’unico esempio che è rimasto in cui la collaborazione internazionale è rimasta umana. C’è la consapevolezza che il Paese è una cosa, ma l’individuo è un’altra cosa. A bordo abbiamo un equipaggio internazionale con tre colleghi russi, due colleghe americane, un comandante danese e un altro astronauta giapponese. Come si fa a mantenere un ambiente sereno? Grazie a un sogno comune: c’è chi unisce le persone creando un nemico comune ma è un modo populistico, ma c’è anche un modo positivo per farlo. I miei colleghi sono uniti dalla consapevolezza di avere questo sogno. A bordo lavorano come famiglia, torneranno come fratelli e sorelle“.
Parmitano spiega anche il suo ruolo attuale, quello di increment lead: “Il mio ruolo è quello di facilitatore – ha spiegato -, è come se fossi un ottavo membro dell’equipaggio, da terra. Mi piace tantissimo, è un ruolo estremamente operativo”. Per il primo astronauta italiano in assoluto al comando della Stazione Spaziale Internazionale, quello attuale è un momento delicato per le mosse dell’Europa: “Se come Europa vogliamo continuare a contribuire a giocare un ruolo nello spazio – ha detto -, abbiamo bisogno di crescere e sganciarci dalle altre agenzie internazionali spaziali. C’è un po’ il rischio che lo spazio diventi una sorta di far west: nel prossimo futuro c’è la luna, poi ancora Marte. L’Europa non vuole essere cliente, ma protagonista per un ruolo nello spazio”.
Infine, Parmitano ha parato degli effetti visibili del cambiamento climatico che lui stesso ha documentato dallo spazio: “Sono effetti che possiamo sentire oggi sulla pelle – è stato il suo avvertimento -. I nostri satelliti parlano chiaro: ci sono dati oggettivi che ci dicono che quest’anno è stato il più caldo da quando abbiamo un sistema satellitare evoluto”.
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di Daniele Polidoro www.wired.it 2023-10-08 13:17:15 ,