Le critiche, infatti, si sono concentrate proprio su Legno. Romano, oggi di base tra Tokyo e Los Angeles, è il co-inventore e l’artista dietro al brand Tokidoki, specializzato in un’estetica kawaii, ossia con personaggini simpatici, dagli occhi enormi e luminosi, dai colori sgargianti, da applicare su qualsiasi superficie e oggetto di merchandising. In passato ha collaborato con brand come Karl Lagerfeld, Guggenheim, Sephora, Onitsuka Tiger, Marvel, Hello Kitty, Barbie e Canon. “Sono cresciuto a Roma, in una famiglia cattolica dove ho imparato i princìpi di una fede alimentata dalla generosità e il rispetto per gli altri. Nel mio lavoro, sono fortunato perché mi imbatto in tante culture diverse, cercando costantemente un linguaggio universale e contemporaneo, che mi sforzo a portare nei miei lavori”, ha scritto lui su Instagram proprio in occasione dello svelamento della mascotte: “Il Giubileo è indubbiamente un’opportunità unica per incontrare e dialogare con milioni di persone, inclusi i giovani. Spero che la pellegrina Luce e i suoi amici di viaggio possano rappresentare i sentimenti che risuonano nei cuori delle giovani generazioni“.
Eppure in questi giorni è emerso, da parte di alcuni osservatori e di alcune testate conservatrici, che in passato Legno è stato associato in passato alle parate del Pride (augurando anche “Buon Pride”, in un post Instagram lo scorso giugno, ora però introvabile) e ha disegnato anche dei sex toys (per esempio dei vibratori portatili per il brand Lovehoney): “In tutto il globo terracqueo cattolico non c’erano artisti capaci di disegnare una mascotte per il Giubileo e magari che non avessero fatto successo anche in settori sconvenienti per la Chiesa?”, si chiede La Nuova Bussola Quotidiana, giornale che sul suo sito promette una “prospettiva cattolica nel giudicare i fatti“.
Anche il solito senatore ultraconservatore Simone Pillon ha criticato il design di Luce, che assomiglierebbe esageratamente all’attivista per il clima Greta Thunberg: “Mi viene da frignare. Già il fatto che serva una mascotte mi pare una resa alla mondanità. Se poi è a immagine di Greta, eroina dei radical chic, ossia di sottocultura che vuol cancellare il cristianesimo, ci sarebbe da singhiozzare”, ha scritto. Come spesso accade un simbolo, come questo per il Giubileo 2025, ha scatenato l’opinione, spesso sproporzionata, di tutti, con buona pace dell’innocenza dei pellegrini.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2024-10-31 10:14:00 ,