Il viaggio era stato ampiamente annunciato sulla pagina Facebook di La Gente come Noi, il movimento politico nato dopo le proteste dei portuali di Trieste. Stefano Puzzer era andato alla sede dell’Onu di Ginevra per consegnare diverse denunce, tra cui una per lo sgombero dei manifestanti No Green pass dal Molo 4 di Trieste e un’altra per il daspo che lo ha costretto a fermare il suo sit in a Roma. Il primo video da Ginevra è stato pubblicato verso le 11 del 30 novembre: «Come promesso siamo qui davanti al palazzo dell’Onu. Adesso porteremo tutti i documenti per la nostra denuncia. Per il fatto che la nostra Costituzione non viene rispettata. Oggi scopriremo se l’Onu è dalla nostra parte e se è dalla parte dei diritti umani. Io non sono un martire. Credo nel rispetto dei diritti».
A
poche ore di distanza un nuovo video. Questa volte Puzzer è in auto
e i toni sono diversi: «Sono tra l’incazzato e l’ancora più
determinato. Ho capito una cosa importante per me e la mia famiglia.
Eravamo davanti all’Onu, siamo andati davanti all’ufficio a cui
abbiamo fatto l’accredito. Ci hanno detto che il forum a cui dovevamo
partecipare era stato spostato su remoto. Noi ci siamo messi subito
in moto con gli avvocati. Vi diremo cosa abbiamo chiesto». Poi
l’attacco all’Onu: «Uno dei funzionari ci ha fatto capire quello che
non avrei mai creduto: questa organizzazione è una scatola vuota.
Non si preoccupa di questi problemi». In chiusura la parafrasi dello
slogan del movimento: «Io e la mia famiglia non molleremo. Spero
neanche voi. Adesso bisogna dare un segnale forte, sempre
pacificamente».
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2021-11-30 23:53:51 ,