Il progetto Artemis rappresenta anche un banco di prova per le tecnologie sviluppate nell’ambito di partnership pubblico-privato. La Nasa ha collaborato con Terran Orbital e Rocket Lab per lanciare la navicella Capstone, che attualmente sta esplorando la futura orbita di Gateway. Maxar Technologies fornirà invece l’energia e la propulsione alla stazione, mentre Northrop Grumman sta lavorando al modulo Halo, dove i primi astronauti di Gateway risiederanno e condurranno le loro ricerche. A SpaceX, infine, il compito di lanciare i moduli con un razzo Falcon Heavy alla fine del 2024.
I programmi saranno anche un’opportunità per promuovere la diplomazia globale e le relazioni con le agenzie spaziali di tutto il globo. La Nasa sta collaborando con numerosi partner internazionali su Artemis: l’Agenzia spaziale europea (Esa) con il modulo di servizio Orion su Artemis 1 e l’I-Hab di Gateway (dove risiederanno gli astronauti), l’agenzia spaziale giapponese, che sta sviluppando una navicella di rifornimento merci per Gateway e sta progettando un rover lunare pressurizzato e l’agenzia spaziale canadese che sta costruendo un braccio robotico per la stazione. Sono in tutto ventuno i paesi hanno firmato gli Accordi Artemis, un tentativo del governo statunitense di stabilire rapporti di collaborazione per la futura esplorazione lunare internazionale.
Tuttavia, un progetto così ambizioso come il ritorno sulla Luna deve fare i conti anche con sfide politiche ed economiche. In primo luogo, i costi esorbitanti. Alcuni critici, come l’ex vice amministratore della Nasa Lori Garver, sottolineano l’elevato costo dello Space launch system dell’agenzia rispetto al più economico razzo Super heavy e Starship di SpaceX. Inoltre, i programmi spaziali a lungo termine, che passano attraverso governi americani con priorità diverse, possono rivelarsi vulnerabili ai cambiamenti politici. Capita che un programma non sopravviva a una transizione alla Casa Bianca. Se per esempio ex presidenti statunitensi come George W. Bush e Donald Trump hanno favorito le missioni lunari, Barack Obama si è concentrato maggiormente sui progetti legati a Marte. Bisogna considerare, però, che “Artemis ha attraversato indenne diverse amministrazioni presidenziali, il che è promettente. Ma ci sono ancora incertezze, considerando l’ingente investimento“, osserva Teasel Muir-Harmony, storico dello spazio e curatore del National air and space museum dello Smithsonian a Washington.
Questo articolo è precedentemente apparso su Wired en español
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di Anna Lagos www.wired.it 2024-01-10 12:58:45 ,