Dopo due giorni di negoziati, nella notte tra venerdì e sabato l’Unione Europea ha annunciato un nuovo giro di sanzioni contro la Russia, in risposta «all’aggressione militare non provocata e ingiustificata» contro l’Ucraina.
Fra le altre cose si è deciso di applicare sanzioni contro il presidente russo Vladimir Putin. È una decisione simbolicamente molto importante: la prima volta che i beni e gli asset di Putin all’estero vengono sanzionati direttamente, perché dal punto di vista diplomatico imporre sanzioni contro un capo di stato estero è considerata una misura piuttosto drastica, molto vicina alla rottura dei rapporti. Il provvedimento riguarda anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Le altre sanzioni approvate sono più tradizionali ed erano estesamente attese.
Nella notte anche Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato sanzioni contro Putin e Lavrov, in una mossa che è stata chiaramente coordinata dai leader occidentali.
Le sanzioni europee contro Putin e Lavrov prevedono un blocco di tutti i loro asset all’estero. Nelle ore precedenti all’annuncio delle sanzioni, vari funzionari europei avevano fatto sapere ai giornalisti che nessuno dei due ha conti bancari, investimenti esteri o altri asset finanziari registrati a proprio nome nell’Unione Europea (e nemmeno negli Stati Uniti). Che né Putin né Lavrov abbiano conti all’estero lo aveva confermato venerdì anche Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo.
Ma secondo vari analisti e leader occidentali, sia il presidente russo sia il ministro degli Esteri hanno enormi asset finanziari all’estero depositati indirettamente, sotto falso nome oppure tramite altri sistemi di occultamento. È impossibile avere una stima della ricchezza di Putin, ma secondo alcuni potrebbe essere uno degli uomini più ricchi del mondo. I leader europei, secondo varie ricostruzioni fatte dai giornalisti prima dell’annuncio, sarebbero pronti dunque a individuare e bloccare questi asset indiretti e occultati, anche se potrebbe volerci tempo.
Oltre a Putin e Lavrov, sono stati sanzionati vari altri notabili e politici russi, tra cui tutti i membri del Consiglio di sicurezza di Putin (quello che aveva approvato il riconoscimento dei territori separatisti di Donetsk e Luhansk, e comprende i principali esponenti del governo russo) e tutti i membri della Duma, il Parlamento russo, che non erano ancora stati sanzionati con le misure approvate nei giorni scorsi.
Sono state anche adottate misure finanziarie che limitano fortemente l’accesso della Russia ai mercati europei e la possibilità per i cittadini russi di fare operazioni finanziarie in Europa. Queste sanzioni non sono state specificate nel dettaglio, ma dovrebbero colpire il 70 % del settore bancario russo, e probabilmente riguarderanno misure specifiche contro varie banche e compagnie di stato.
Per quanto riguarda l’energia, l’Unione Europea imporrà sanzioni contro il settore della raffinazione del petrolio, che dovrebbe colpire alcuni aspetti tecnologici del settore. Non limiterà però l’esportazione del petrolio, né soprattuto del gas naturale, da cui l’economia europea dipende.
Sono state imposte anche varie limitazioni alle esportazioni di tecnologie importanti dall’Unione Europea verso la Russia nel settore dell’aeronautica, dello spazio, della difesa e della sicurezza, oltre che in numerosi settori importanti come quello dei semiconduttori. Infine, è stata eliminata la possibilità per i diplomatici russi di viaggiare nell’Unione Europea senza visto.
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2022-02-26 08:37:40 ,