In questa fase politica in cui i Cinque stelle vengono accusati di aver fatto cadere l’esecutivo Draghi e in cui il MoVimento è sempre più caratterizzato da scontri interni, è intervenuto il ideatore Beppe Grillo, che ha rotto il silenzio per difendere il limite dei due mandati. «Possiamo essere decessi tra 15 giorni, non lo so. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l’interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non l’abbiamo fatto per “l’esperienza”, per andare avanti, ma perché ci vuole una interpretazione della politica in un nuovo modo». Così Beppe Grillo sul suo blog dove ha aggiunto: «Noi siamo questi e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L’Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca».
Tutti contro M5s, siamo degli straordinari appestati
Secondo Grillo «l’Italia si merita tante cose e noi non siamo riuscite a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi. Siamo degli appestati. E quando tutti, compresi i bulli della stampa, sono contro di noi significa una sola cosa: vuol dire che abbiamo ragione. Non fatevene un problema. Noi siamo antibiotico e se perdiamo questo perdiamo il baricentro in cui collocarci», ha aggiunto.
L’attacco a Di Maio: fa politica per lavoro, è “cartelletta”
Infine un attacco a Luigi Di Maio, uscito da M5s. «Ci vuole una nuova interpretazione della politica e vi dico la verità: tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento, queste sparizioni sono provocate da questa legge (dei due mandati, ndr) che è innaturale, che è contro l’animo umano. C’è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una “cartelletta”. Gigino “a cartelletta” ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. Ed ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero».
Conte a Pd, agenda Draghi lontana da nostra agenda sociale
Intanto continua lo scontro a distanza tra Cinque Stelle e Pd, dopo lo strappo sull’appoggio all’esecutivo. «È vero, Enrico – ha detto il leader M5s Giuseppe Conte, replicando a un post del segretario del Pd Enrico Letta e del Pd sull”Italia tradita” -. L’Italia è stata tradita quando in Aula il Premier e il centrodestra, anziché cogliere l’occasione per approfondire l’agenda sociale presentata dal M5s, l’hanno respinta umiliando tutti gli italiani che attendono risposte. “L’agenda Draghi” da voi invocata – ha aggiunto Conte – ha ben poco a che fare con i temi della giustizia sociale e della tutela ambientale, che sono stati respinti e umiliati sprezzantemente».
Di Battista, vedrò a giorni se ricandidarmi
L’ex deputato M5s Alessandro Di Battista sta valutando l’ipotesi di tornare. «Io vi ringrazio perché in tanti mi state scrivendo di ributtarmi nella mischia – ha detto in un video sui social -. Come sempre cerco di essere molto sincero, il che per qualcuno è la mia debolezza anche se io penso che sia la mia forza. Vedrò cosa succede in questi giorni. Finisco il mio lavoro, perché io lavoro, torno in Italia e vedo cosa succede» prima di decidere, «perché penso che molte cose che vengono dette dai politici a caldo, nei prossimi giorni verranno ritrattate. Io non sono disposto a tutto pur di tornare in Parlamento», ha concluso.