Author: Ciro Pellegrino
Data : 2024-12-14 18:58:00
Dominio: www.fanpage.it
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La lettera di un albergatore pone interrogativi sulla qualità del turismo che affolla Napoli: porta davvero ricchezza a tutti?
Il turismo di Napoli è un bluff? La domanda è ovviamente provocatoria. Ma ha un senso. La ricchezza generata dal grosso afflusso di turisti italiani e stranieri all’ombra del Vesuvio è davvero fonte di ricchezza per tutto il comparto ristorativo e ricettivo? O soltanto pochi beneficiano del cosiddetto “boom”, per il fatto che la parte migliore posizionati sul territorio, con più possibilità per investire nel marketing e nella pubblicità o per vendere a prezzi stracciati la loro merce, che siano pizze, piatti di pasta o camere di B&b?
Una lettera, inviata qualche giorno fa alla pagina Facebook “Fatti di Napoletani perbene“, pone il problema. A scrivere è un affittacamere della zona Stazione. «Sono – dice – il proprietario di un affittacamere guest house situato al Corso Novara. In questi giorni sento spesso parlare di “tutto esaurito” per il mese di dicembre, ma mi chiedo sinceramente quali siano le strutture che possono dichiarare simili risultati. Ad oggi, (la lettera è del 5 dicembre ndr.), ho 8 stanze su 12 ancora vuote e non dispongo di prenotazioni sufficienti a coprire le spese per il mese in corso».
Il dialogo si sposta poi sulla qualità del turista medio che arriva in città. Si è sempre detto che tra i punti di attrattività di Napoli – ormai in overtourism, come denunciano molti residenti – vi è sicuramente la sua caratteristica low cost, legata in particolare al cibo di strada. Pizza a portafoglio, cuoppi di fritture, sfogliatelle e così via: a Napoli è possibile pranzare con 10 euro, cosa impossibile in molte altre città d’arte in Italia. E questa caratteristica, secondo la lettera, non è positiva sul lungo periodo: « Mi domando, quindi: dove si vede davvero questo “tutto esaurito”? Il fatto che le strade della città siano affollate non equivale a dire che si tratti di turisti. Molti di loro sono escursionisti giornalieri che spendono poco o nulla, lasciando alla città poco più di una pizzetta e un caffè, spesso consumati nel caos del centro storico. Il vero problema, a mio avviso, è che si è consentito l’apertura indiscriminata di troppe strutture ricettive. Ormai vedo camere doppie offerte a 20 o 30 euro a notte. Mi chiedo come queste persone riescano a coprire i costi di gestione».
La conclusione è pessimista ma pone sicuramente la necessità di una discussione sull’argomento: «Sembra chiaro che siamo alla fine di una bolla: ci aspetta un periodo di crisi mai visto prima nel nostro settore. La realtà è che la nostra città e la nostra cultura sono state svendute, ridotte a un richiamo per piatti tipici come la genovese o la pizza fritta. Questo approccio mi sembra miope e insostenibile, e pare che nessuno aspirazione combattere diligentemente la questione».
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Ciro Pellegrino , 2024-12-14 18:58:00 ,