Il presidente francese Emmanuel Macron “conta” sulla Cina e sul suo leader Xi Jinping per “riportare la Russia alla ragione” e su colloqui di pace “il prima possibile”. Mentre la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, incoraggiando un contatto diretto con il presidente Volodymyr Zelensky, ha riferito che “è stato interessante sentire che il presidente Xi ha ribadito la sua disponibilità a parlare con lui quando le condizioni saranno opportune”, così come hanno riferito anche fonti francesi. Il rompicapo cinese non è stato risolto dalla coppia europea Macron-von der Leyen nell’inedita missione congiunta a Pechino, ma ha chiarito cosa l’Ue non accetterà nella crisi ucraina: l’uso di ordigni nucleari (apprensione per gli sviluppi in Bielorussia) ed eventuali spedizioni di armi dalla Cina alla Russia, che “nuocerebbero significativamente” ai rapporti tra Bruxelles e Pechino perché “assistere un aggressore sarebbe contrario al diritto internazionale”.
Da Mosca, tuttavia, pur dando a Pechino “un potenziale di mediazione molto efficace e impressionante”, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha stroncato ogni ipotesi negoziale definendo “la situazione con l’Ucraina ancora difficile: per ora non ci sono prospettive per una soluzione pacifica”. Dopo aver accolto Macron nel pomeriggio con tutti gli onori in Piazza Tienanmen tra un labirinto di tappeti rossi, il picchetto d’onore e una suggestiva piccola parata militare, nell’incontro con i media nella Grande sala del popolo Xi si è affidato alle formule già note del documento di 12 punti di fine febbraio sulla proposta cinese per una soluzione politica alla crisi ucraina. Su tutti, la promozione dei “colloqui di pace” tra le parti da avviare quanto prima e la disponibilità a collaborare con la Francia (e altri Paesi) perché la comunità internazionale “tenga una moderazione razionale” contro azioni che aggravino la crisi o “la portino fuori controllo”. Mentre è apparso più defilato il richiamo all’integrità territoriale e alla sovranità, al contrario della richiesta rivolta all’Ue di maggiore “autonomia strategica” rispetto agli Usa. “Solo il tempo potrà chiarire le prossime mosse cinesi, ma l’Ue ha tracciato le sue linee rosse che non vuole siano superate”, ha commentato con l’ANSA una fonte diplomatica europea.
Macron dal canto suo, che domani rivedrà Xi a Canton, ha strappato importanti accordi commerciali, come il raddoppio della linea di assemblaggio di Airbus in Cina. Mentre von der Leyen, in serata, ha elencato i temi trattati negli incontri. “Il nostro rapporto commerciale è sempre più squilibrato – ha esordito in conferenza stampa -. Negli ultimi 10 anni, il deficit commerciale dell’Ue è più che triplicato fino a quasi 400 miliardi: ne abbiamo discusso poiché la traiettoria non è sostenibile”, ha spiegato l’ex ministra della Difesa tedesca citando problemi strutturali come i requisiti imposti dalla Cina, tra trasferimento tecnologico e violazione della proprietà intellettuale. Poi ha assicurato che ci sarà una maggiore attenzione all’export di tecnologie, anche di uso duale: non il disaccoppiamento in stile Usa, ma il de-risking (“la riduzione dei rischi di cui ho parlato con Xi e il premier Li Qiang”), pensando all’autosufficienza. “Vogliamo definire dove vediamo i rischi e affrontarli, rafforzare le nostre catene di approvvigionamento e diversificarle”, ha aggiunto menzionando il caso del gas russo. Von der Leyen ha quindi sollevato il tema dei diritti umani (“ho espresso la nostra profonda preoccupazione a partire dallo Xinjiang”) e di Taiwan, su cui ha avuto parole nette: “La minaccia di uso della forza per cambiare lo status quo è inaccettabile, è importante che le tensioni siano risolte con il dialogo”. A Taipei, intanto, la portaerei cinese Shandong è sotto stretta osservazione insieme alla minaccia cinese di ispezionare le navi nello Stretto di Taiwan in risposta all’incontro di mercoledì a Los Angeles tra la presidente dell’isola Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy. La Shandong, rilevata l’ultima volta a est della punta meridionale di Taiwan, è entrata nel Pacifico occidentale per la prima volta dal commissionamento del 2019. Ma anche la portaerei americana Uss Nimitz si trova non distante a est di Taiwan, ha riferito il ministro della Difesa di Taipei Chiu Kuo-cheng.
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2023-04-07 02:43:00 ,