Il segretario: «Quello che sta succedendo in questi giorni è solo un chiacchiericcio che distrae dalle cose importanti». «Il Pd sia l’elemento guida dell’alleanza del centrosinistra con i 5 Stelle»
Non uscirà alcun nome spendibile per il Colle da parte del Partito democratico fino a gennaio. È questo il messaggio che lancia il segretario Enrico Letta da Milano, dove ieri si è aperta l’Assemblea del Pd lombardo in vista delle Regionali 2023. Il giorno dopo la doccia fredda del presidente Sergio Mattarella, fermo nell’indisponibilità a un secondo mandato, il rebus Quirinale rimane intatto. Nessun diktat del silenzio (parla di «silenziatore imposto sul Colle» il senatore Andrea Marcucci), quanto un rispetto dei tempi e dell’agenda: «Sul Quirinale non dirò nulla fino a gennaio», risponde Letta a chi gli chiede come si ponga il partito dopo la rinuncia di Mattarella, tra l’attesa di capire cosa intenda fare il premier Mario Draghi, il totonomi e la massima prudenza, con la mente che forse torna al 2013 e alla candidatura del padre nobile, Romano Prodi, bruciato da 101 franchi tiratori. «Parlare di Quirinale con due mesi di anticipo» secondo l’ex premier «è una scelta assolutamente sbagliata: penso sia saggio concentrarsi sulle cose da fare oggi». Appuntamento, quindi, tra due mesi: «Di Quirinale si parlerà a gennaio, anche perché non ho mai visto in questi decenni il presidente della Repubblica scelto con mesi di anticipo. Quello che sta succedendo in questi giorni è solo un chiacchiericcio che distrae dalle cose importanti».
La concentrazione di Letta ora è tutta «sull’uscita dalla pandemia» e sulle «cose in agenda», ovvero sulla «legge di Bilancio che deve cominciare il suo iter al Senato». L’urgenza del partito è «la riduzione delle tasse sul lavoro, la chiave della ripartenza del Paese». Senza dimenticare che, se di ripartenza vogliamo parlare, questa passa dalla continuazione della campagna vaccinale: «Fare bene la campagna sulle terze dosi è essenziale per evitare i rischi di nuove ondate e nuovi lockdown». Lo sa bene la Lombardia, la regione più colpita dal Covid: è puntando sull’esperienza della pandemia che Letta conta di strappare «la Regione più importante d’Italia» al centrodestra. «In questo anno e mezzo — spiega il segretario — il Pd ha dimostrato in Lombardia chi stava dalla parte delle persone, delle imprese, della sicurezza, della libertà. Siamo stati noi a garantire la possibilità di uscire dalla pandemia in ordine, noi quelli che hanno garantito e stanno garantendo che le cose vadano bene e non ci siano ambiguità rispetto ad atteggiamenti no vax». In testa la lezione delle amministrative: «Bisogna partire per tempo e avere le candidature giuste sulla base di un progetto». Che prevede «un’alleanza ampia, col Pd come perno», per cui «va bene l’alleanza col M5S, ma alla base di tutto c’è il partito», che dev’essere «l’elemento guida, il magnete». Questa volta, promette Letta, «il Pd fa seriamente in Lombardia. Il tema del Nord lo affronteremo qui: dalla porta principale».
12 novembre 2021 (modifica il 12 novembre 2021 | 21:33)
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Stefania Chiale , 2021-11-12 20:33:54
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