Ci sono quelli (la stragrande maggioranza) che #Maldininonsitocca, con tanto di hashtag ad hoc, e quelli che “aspettiamo di vedere come andrà il mercato prima di parlare”, ma tutti, senza eccezioni, sono confusi e disorientati: i tifosi del Milan non avevano ancora avuto il tempo di riprendersi dall’addio al calcio del loro idolo Zlatan Ibrahimovic e si trovano già a dover fare i conti con l’allontanamento dalla società di Paolo Maldini, non solo attuale responsabile dell’area tecnica ma soprattutto simbolo e bandiera milanista in un’epoca calcistica in cui le bandiere stanno scomparendo.
Lo strappo di Maldini (e del direttore sportivo Frédéric Massara) con Gerry Cardinale, il titolare di Redbird, azionista di maggioranza del Milan, ha suscitato un’ondata di protesta sui social: “Oggi insieme a Paolo Maldini viene ‘licenziato’ il Milan perché lui è il Milan” scrive qualcuno e altri sottolineano che “le sue colpe agli occhi della proprietà sono state quelle di aver chiesto una squadra più ambiziosa e fatta di calciatori che possano permetterci di competere ad alti livelli”. Malumori e preoccupazioni per il futuro sintetizzati nell’hashtag #CardinaleOut che sta spopolando su Twitter.
“Tanta fatica per raggiungere obiettivi ed equilibrio, per tornare dove meritiamo di stare e poi arriva un americano e resetta tutto in dieci secondi” si rammarica un tifoso, mentre in un altro tweet si legge: “L’ennesimo brutto risveglio: rabbia, delusione e confusione sono solo alcuni dei termini che rispecchiano lo stato d’animo del popolo rossonero in questi giorni”. C’è chi cerca di razionalizzare, senza abbandonarsi al panico: “Non si tratta di quanti soldi mettere sul mercato, ma nelle mani di chi metterli – commenta un supporter rossonero – Cardinale nella vita ha fatto solo questo: prendere i soldi della gente e aumentarne il valore. Ha valutato che metterli nelle mani di Maldini non fosse tecnicamente conveniente”.
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Ma è proprio “questo modo a stelle e strisce di intendere lo sport, senza guardare in faccia nessuno” a non andare giù a tanti tifosi, che chiedono a gran voce “rispetto per un grande professionista e un grande uomo come Paolo Maldini” e sperano in “una rivolta dei calciatori” (che peraltro pare si stia già verificando). C’è anche chi invoca contestazioni eclatanti da parte dei tifosi: “Chi è di Milano vada a presidiare abitazione Milan” è l’appello lanciato sul gruppo Facebook “Milan Supporters”, dove qualcuno consiglia anche di “disertare lo stadio per la prossima stagione” perché “abbonarsi per seguire questo Milan significa fare il male del Milan”.
Non manca però qualche voce fuori dal coro: “Siamo sicuri che la decisione di cambiare la dirigenza non andasse presa prima? Non è forse vero che quest’anno abbiamo fallito tutti gli obiettivi?”. Se la gestione Maldini/Massara ha portato negli ultimi tre anni altrettante qualificazioni in Champions League, uno scudetto e una semifinale europea, è vero che quest’anno i rossoneri non hanno alzato alcun trofeo. Colpa del mercato e quindi delle scelte del direttore tecnico e del direttore sportivo? La maggior parte dei tifosi è convinta di no: “Ridurre la storia di Maldini con il Milan alle ultime scelte di mercato è uno sbaglio madornale” e ancora “Amo il Milan da quando sono nato perché l’ho sempre visto come una famiglia e non solo come un club. Rompere questo incantesimo sarebbe un grave errore. La fede non si tocca”. In attesa degli sviluppi della vicenda, resta una certezza: “Noi saremo sempre qui – scrivono sulla pagina Facebook ‘Il Casciavait’ – Perché chi ha il cuore rossonero non molla mai”.