Sergio Staino, padre di «Bobo», parla delle troppe «piazze» a sinistra e non fa sconti nemmeno alla «sua» Cgil: «L’asse con Conte mi ha intristito: ormai il populismo ha intaccato anche il sindacato». Landini? «Non si preoccupa di tutti i nostri che hanno votato a destra»
Sergio Staino, padre di «Bobo» e iscritto alla Cgil: in campo a sinistra ci sono almeno quattro piazze. Divise, tanto per cambiare. Lei cosa farà?
«Io non ci vado a queste manifestazioni dei pacifisti. Bisogna fare cortei davanti alle ambasciate russe di tutto il mondo, mica queste robe qui. Letta almeno questo lo ha capito. È lapalissiano che io sia a favore della pace. Ma c’è un chiaro aggressore, la Russia, e una nazione aggredita, l’Ucraina. Se non c’è un segnale chiaro su questo punto diventa ancora più pericoloso».
E quindi dove andrà?
«Sono in una situazione di fragilità sanitaria. Nelle ultime settimane mi hanno impedito di muovermi, ma con Letta davanti all’ambasciata iraniana ci andrei volentieri».
Ma per contrastare la destra, che oggi sembra imbattibile, il Pd deve riallearsi con il M5 o no?
«Il M5S è una cosa strana. Io ho tantissimi amici, con cui abbiamo fatto lotte politiche nel passato, e ora me li ritrovo a votare Cinque stelle proprio perché noi abbiamo perso quella visione generale della crescita culturale delle classi popolari. Il Pd deve tenere una posizione ben chiara, differenziandosi radicalmente dall’impostazione politica dei grillini. Dobbiamo dire seccamente no a misure clientelari e meramente assistenziali. Non dobbiamo essere organici a loro».
Sabato scorso Giuseppe Conte è andato al corteo con la Cgil. È stupito?
«Io semmai direi intristito, e molto. Perché non dimentichiamo che Conte fa parte di tutto quel gruppo di sciamannati che nelle loro improvvisazioni politiche volevano cancellare proprio rappresentanze sociali come la Cgil e gli altri sindacati.
Vorrei dire soprattutto una verità ancor più amara, ma è meglio che taccia…».
Ma «Bobo» non ha mai fatto sconti alla sua sinistra…
«E va bene. La verità è che il populismo, ahimè, ha colpito pure la Cgil, e del Movimento non ne parliamo neanche. Non c’è costruzione, si va avanti urlando cose demagogiche».
Lei con la Cgil ci collabora anche. Non è troppo duro?
«Sì, io ho la tessera e faccio vignette per la rivista dello Spi, i pensionati. Ma questo minestrone non mi piace».
E con il segretario Maurizio Landini come va?
«Non ci parlo da molti anni. Quando arrivò alla Cgil è stata una grande speranza. Ma poi l’ho trovato troppo settoriale, manca una visione più generale».
Qual è l’errore più grande?
«Landini non si preoccupa a sufficienza di tutti i nostri della Cgil che hanno votato a destra. La colpa è nostra. Non loro. Io dico no all’assistenzialismo, a una soluzione solo per arrivare al fine mese, semmai bisogna pensare alla crescita. Il 44% preso dal M5S a Napoli, solo promettendo il reddito di cittadinanza, equivale a quando si regalava una scarpa e poi l’altra dimostrando di aver votato per l’offerente di turno».
Ma passando dalla Cgil al Pd, chi vorrebbe come prossimo segretario dem dopo Letta?»
«A me piacerebbe qualcuno di preparato: per esempio Beppe Provenzano, che viene dalla scuola di Macaluso. E come sua vice penso a Elly Schlein. Potrebbe funzionare».
11 ottobre 2022 (modifica il 11 ottobre 2022 | 13:51)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi la notizia su: Corriere.it – Politica
LEGGI TUTTO
Claudio Bozza , 2022-10-11 11:25:15 ,