ROMA – Dicono gli studenti che la manovra finanziaria su università e ricerca sia un gioco delle tre carte a somma zero: sposta denari da una voce all’altra e, di fatto, non investe. Di più, toglie euro da un comma per posizionarlo sul successivo, all’interno dello stesso articolo. “Una manovra casuale”, sì.
“Non è vero che ci sono risorse aggiuntive per l’edilizia universitaria”, per esempio. “Semplicemente il ministero ha tagliato sull’edilizia generale degli atenei, spostando i soldi sugli alloggi universitari”. Questa è l’Unione degli universitari. Assicura l’Udu: “La ministra Bernini continua a fare così, mette risorse ipotetiche tra due o tre anni e le spaccia per un grande successo. Oppure sposta soldi da un capitolo all’altro, sacrificando i progetti di riqualificazione ed efficientamento energetico degli atenei, o l’acquisizione delle grandi attrezzature scientifiche”.
E’ presente nella Legge di bilancio, di certo, un taglio di 300.000 euro al fondo affitti, che nell’anno – il 2023 – dell’esplosione della crisi dei fuorisede, con le tende aperte nelle piazze delle città universitarie italiane, non è proprio segno di una visione lungimirante da parte di Anna Maria Bernini e del governo che rappresenta. La sottrazione di 16 milioni agli organismi internazionali correlati alla ricerca aggiunge chiara fama all’impegno del governo in questo campo.
Restano gli idonei non beneficiari
Ci sono – e questo lo riconosce anche il sindacato studentesco – nuovi finanziamenti per il diritto allo studio: 36 milioni di euro aggiuntivi per le borse. Gli universitari, tuttavia, chiedevano 200 milioni per cancellare la figura dell’idoneo non beneficiario, lo studente che ha diritto all’assegno di studio meritato, ma non può incassarlo per mancanza di fondi. “La ministra Bernini vive in una realtà social immaginaria, nella quale se la canta e se la suona. Tra l’altro, non ci ha voluti ricevere per parlare degli emendamenti alla Legge di bilancio”. Parla sempre l’Udu.
Il Movimento Cinque Stelle – va da sé, è l’opposizione – scrive: “Il segnale che arriva agli studenti universitari dalla nuova Legge di bilancio è uno solo: arrangiatevi. È evidente che il diritto allo studio non sia una priorità di questo Governo che, con le sue scelte scellerate, condannerà l’Italia ad essere sempre più fanalino di coda in Europa in tema di istruzione. Migliaia di giovani universitari sono da mesi costantemente nella morsa del caro affitti e del caro studi. Poco e niente è stato fatto per recuperare quella distanza che abbiamo con i Paesi europei nell’erogazione delle borse universitarie”.
Affitti, caro studi, borse di studio. Sono i titoli mantra su quel che manca alla fine dell’anno. Ancora i 5 Stelle: “Sul fronte dell’università e della ricerca questa manovra fa registrare il vuoto assoluto. Per coprire gli idonei non beneficiari bisognerà ricorrere al Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Zero assoluto, dicono, per ciò che riguarda i problemi atavici del sistema universitario italiano: precariato, strutture, accesso al diritto allo studio. “Nei prossimi tre anni ci saranno decine di milioni in meno per la ricerca e l’innovazione e per la ricerca scientifica e tecnologica di base e applicata. Così sarà per il settore dell’Alta formazione artistica e musicale e il Fondo per il finanziamento ordinario delle università. Giorgia Meloni, che ama fare dichiarazioni su tutto, non ha mai speso una parola per il mondo dell’università e della ricerca”.
Le dimenticanze della presidente del Consiglio sull’accademia (e l’istruzione scolastica, peraltro) sono un fatto, ma andiamo a vedere che cosa prevede la Legge di Bilancio 2024 a proposito di università e ricerca.
Tutte le voci della Finanziaria
Ecco. Il ministero delle Finanze autorizza la spesa di 210 milioni di euro per l’anno 2024 sulle infrastrutture d’ateneo, e, a diminuire, dal 2025 al 2038. Nell’elenco in allegato al testo spiccano gli investimenti per il Campus Università Milano: ci sono 16 milioni subito (più 10 milioni per il 2025 e 19 milioni di euro per il 2026) per la rigenerazione dell’ambito Bovisa-Goccia e del nuovo Campus Nord del Politecnico di Milano. Si segnalano, quindi, i finanziamenti per il Progetto bandiera Erzelli, alture di Genova. Per il Tecnopolo di Taranto è previsto lo stanziamento di 1 milione.
Nasce il Fondo per l’Erasmus italiano
Viene istituito, quindi, il Fondo per l’Erasmus italiano: 3 milioni subito più 7 milioni bel 2025. E’ finalizzato all’erogazione di borse di studio in favore degli studenti iscritti ai corsi di laurea o di laurea magistrale che partecipano a programmi di mobilità. La ministra lo sbandiera ad ogni occasione pubblica.
Repubblica ha già sottolineato, proseguendo con la Finanziaria sull’istruzione di terzo livello, la chiusura del Centro per la ricerca sul cervello Ebri, causa assenza di finanziamenti proprio in Legge di bilancio.
Il Mur ha quindi stanziato 6 milioni di euro per l’insediamento di università campane sul territorio – Caivano – e per l’orientamento.
A proposito di edilizia scolastica, l’erogazione dei mutui da concedere da parte della Cassa depositi e prestiti slitta di un anno: saranno deliberati “entro il 31 dicembre 2024”. E così l’articolo 14 del Decreto Milleproroghe sposta di una stagione la possibilità delle università di servirsi degli assegni di ricerca, in attesa di una riforma complessiva dei contratti dei ricercatori da realizzarsi entro giugno. Un anno in più si prevede anche per la costruzione delle graduatorie nazionali Afam.
La ministra: “Misure innovative”
La ministra Bernini eppure dice, via social: “Sono molto orgogliosa del lavoro fatto da Governo e Parlamento sulla Legge di bilancio. Si rafforza il diritto allo studio, con maggiori risorse per le borse, ci sono misure innovative come l’Erasmus italiano e maggiori investimenti sull’housing e sugli immobili delle Afam con un sostegno all’edilizia e all’ammodernamento dei suoi edifici”.
Per le Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, lasciata a zero alla vigilia della manovra come ha sottolineato Repubblica, oggi la Legge architrave dello Stato prevede lo stanziamento di 6 milioni di euro e solo a partire dal 2025. Poi, 20 milioni per ciascuna annualità dal 2026 al 2035, ma si sa, come hanno fatto notare gli studenti dell’Udu, è piuttosto facile spostare in avanti le risorse da investire e decidere ogni stagione che cosa davvero si va a finanziare. In un decreto del 14 dicembre, precedente la manovra di Bilancio, il Fondo per le Accademie di belle arti e i conservatori di musica era cresciuto di 8 milioni di euro.
Per gli enti di ricerca non vigilati dal Mur (sono Istat, Ispra, Iss, Enea, Inapp, Isin, Lamma, Inail, Asi e Crea) ci sono 35,32 milioni di euro di cui 14,52 per i ricercatori e tecnologi e 20,80 per il personale tecnico-amministrativo.
Tra i provvedimenti previsti dalla Legge di Bilancio, infine, anche la dotazione di 1,5 milioni di euro annui – per il 2024 e il 2025 – per sostenere la partecipazione di università, enti pubblici di ricerca e istituzioni Afam italiane alle esposizioni mondiali Expo, a partire da Expo 2025 Osaka.
La manovra è vuota, per volume (291,82 milioni di euro) e qualità dell’investimento. Molto è affidato al Pnrr, che il precedente Governo Draghi aveva dirottato sulle voci “università e ricerca”. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono 550 milioni di euro “interamente dedicati al diritto allo studio”, rivendica la Bernini. Ma i risultati si vedranno più avanti (vedi housing).
Chiude la ministra: “Abbiamo tre armi da utilizzare. Non solo i 60.000 posti letto, come fissato nel Pnrr, ma anche il finanziamento al 70 % del ministero alle università, con 500 milioni per bandi già chiusi, per 5.400 nuovi posti letto, di cui 615 posti letto e 53 milioni per la Campania”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-01-01 14:50:38 ,www.repubblica.it