Manuela Petrangeli, lo sfogo della mamma: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola”

Manuela Petrangeli, lo sfogo della mamma: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola”

Manuela Petrangeli, lo sfogo della mamma: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola”


Lo strazio di una mamma arriva dalle finestre dei lotti popolari della borgata di Primavalle, a nord ovest della capitale: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola”. Patrizia è la madre di Manuela Petrangeli, è rimasta chiusa nella sua casa, attorno i parenti più stretti. Non è andata in via degli Orsoleo a vedere il corpo straziato della figlia, uccisa con due fucilate al petto dal suo ex compagno Gianluca Molinaro. Non ce l’ha fatta.

“Fucilata, fucilata”, sono le urla che arrivano dall’abitazione al primo piano. E quel “dovevamo ucciderlo prima” rivela che forse la famiglia qualcosa aveva intuito o addirittura a qualcosa aveva assistito. Mentre Gianluca Molinaro continua a rimanere muto davanti ai magistrati e non spiega il perché del delitto e gli investigatori non rintracciano alcuna denuncia da parte della ex nei suoi confronti.

Il quartiere è attonito, gonfio di rabbia per la “dolce Manuela” strappata al suo bambino e alla sua famiglia. “Sia maledetto da Dio, maledetto”, è ancora la mamma a gridare. “Lo facciano a pezzi”, è il ritorno di un’altra donna della famiglia. Una nenia, raccolta dal quotidiano Il Messaggero, in cui ritornano le parole “bastardo”, “bestia”.

Un canto funebre rabbioso che riempie la piccola via Angelo Mai, una traversa stretta e corta, dove spesso Gianluca Molinaro arrivava per prendere il figlio. “Non merita nemmeno un processo”, è un altro ritornello che si alterna a singhiozzi e abbracci tra chi è arrivato per offrire una consolazione che è troppo precoce per scaldare il cuore di una madre disperata.

Fino a ieri Manuela giocava con suo figlio in quel cortile che adesso si è trasformato in una camera ardente in attesa del suo ritorno. “Sognava le ferie con il suo bambino, non meritava tutto questo. Era l’infermiera di tutti, correva per qualsiasi emergenza. Resta l’angelo del nostro quartiere”, dice una donna prima di rientrare nella sua casa.

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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-07-04 22:56:04 ,roma.repubblica.it

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