la manifestazione del 28 ottobre
Mezzogiorno, 11 ottobre 2022 – 10:36
La vicepresidente del Parlamento europeo: noi dem coerenti sul voto
di Simona Brandolini
Non fa mai polemica direttamente, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno. Ma dalle sue parole è chiara la distanza con il presidente e compagno di partito Vincenzo De Luca. D’altronde mentre venerdì scorso il governatore lanciava strali contro la Nato e criticava (pur ammirandolo) Zelensky perché «non può decidere da solo», Picierno postava il video in cui Sanna Marin con chiarezza: «La via d’uscita dalla guerra? Che la Russia si ritiri dall’Ucraina». Senza tentennamenti, senza equidistanza, senza che ci possano essere fraintendimenti.
Vicepresidente Picierno da tempo Papa Francesco invita a parole di pace, al cessate il fuoco. A che punto sono le relazioni diplomatiche? Ma soprattutto cosa si sta trattando? La resa dell’Ucraina è un’opzione?
«Se la resa fosse un’opzione saremmo al tramonto dell’Occidente e alla vittoria dei regimi. Le parole del Papa sono preziose, ma non possono essere confuse a danno del diritto alla difesa dall’aggressore, che è parte essenziale della pace, di qualunque processo di pace. Le relazioni diplomatiche sono al punto in cui Putin voleva che fossero: il fuoco deve cessare e dipende solo da lui».
Anche in Italia una posizione che all’inizio dell’invasione russa era minoritaria, ora si fa strada: basta armi all’Ucraina, una certa comprensione se si dovessero cedere pezzi di territorio e quindi di sovranità in nome della pace. Non pensa che gli italiani, a causa delle ripercussioni economiche del conflitto, siano stanchi e stiano cambiando idea?
«Non si tratta di cambiare idea, ma è indubbio che effetti prolungati del conflitto variano la percezione. Questo non significa cambiare le carte in tavola, confondendo aggressori con aggrediti. Significa augurarsi che il conflitto duri il meno possibile. È l’augurio di tutti».
Però la situazione è drammaticamente mutata: la dimostrazione sono le tante manifestazioni per la pace che si stanno organizzando.Ci sono quelle nazionali, di Giuseppe Conte, e quelle locali di Vincenzo De Luca. Lei parteciperà?
«Parteciperò moralmente a tutte le manifestazioni che difendono le ragioni degli aggrediti a difesa degli innocenti, non a quelle che mostrano debolezza nei confronti degli aggressori e offrono alibi ai violenti. La guerra non è scoppiata a caso, per cause ignote. È stata voluta dal regime di Putin che deve fermarsi. Per questo mi auguro che i luoghi scelti per manifestare siano gli spazi prossimi alle sedi della diplomazia russa nel nostro Paese. Come del resto già fatto dal Pd all’inizio del conflitto».
Quale dovrebbe essere la piattaforma organizzativa, quali sono le parole chiave e chiare di una manifestazione in questo momento?
«Qualunque manifestazione che abbia un senso, nazionale o regionale che sia, è quella che chiede al regime di Putin di rientrare nei confini del 2014. Le ragioni dell’integrità dell’Ucraina, della libertà del suo popolo e della legittimità del suo governo sono le vere ragioni della pace».
Intanto in Europa il Pd non è stato compatto: il gruppo ha votato la risoluzione, ma sull’emendamento di Left vi siete spaccati. Lei ha votato contro, gli altri eurodeputati meridionali a favore. Non è un cambio di linea?
«Tutti abbiamo votato convintamente la risoluzione che ha confermato il sostegno militare e politico a Kiev, alcuni colleghi della delegazione italiana hanno sostenuto anche un emendamento di Left che specificava come il punto di approdo di questo sostegno fosse la pace. Onestamente non vedo nessun cambiamento di linea della delegazione italiana del Pd al parlamento Ue, rispetto a quello che sosteniamo dall’inizio di questa invasione».
C’è una crisi energetica, che è conseguenza della guerra. Soprattutto in un Mezzogiorno già impoverito si abbatterà sulle famiglie. L’Europa cosa sta facendo?
«Non nascondo ci siano state troppe lentezze e troppe timidezze. Sul merito, da tempo il governo Draghi ha avanzato proposte serie alla Commissione e al Consiglio. Avremmo guadagnato tempo ricercato, alcuni egoismi nazionali lo hanno fin qui impedito. Sono certa che vista l’urgenza e l’assenza di alternative il prossimo Consiglio del 20 e del 21 arrivi a soluzioni coerenti con quelle indicate da Draghi».
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11 ottobre 2022 | 10:36
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