Massa, padre e figlia con stessa sindrome cardiaca, operati e salvati lo stesso giorno

Massa, padre e figlia con stessa sindrome cardiaca, operati e salvati lo stesso giorno



Affetti dalla stessa sindrome, operati nello stesso giorno e salvati dallo stesso medico dell”Ospedale del cuorè di Massa (Massa Carrara) della Fondazione Monasterio. È la storia di Bruno e Alessia, padre e figlia, entrambi affetti dalla Sindrome di Marfan, una patologia genetica che attacca il sistema cardiaco, individuata dai medici prima nella ragazza, quando aveva 24 anni, e poi nel padre.

Entrambi, raccontano dalla Fondazione Monasterio, iniziano i controlli all’Opa di Massa e viene programmata l’operazione del padre; durante i giorni che precedevano il suo intervento però, la ragazza si aggrava e i medici decidono di operare d’urgenza anche lei: proprio lo stesso giorno dell’intervento del  padre.

Senza dire niente a Bruno, per evitargli agitazione e stress, Alessia viene ricoverata e poi operata e a distanza di poche ore da Marco Solinas, direttore dell’Unità Operativa Cardiochirurgia dell’adulto.

Sono servite sei ore in sala operatoria per sostituire la valvola fin quasi a raggiungere l’arco aortico e ricostruire la radice aortica. “La prima volta che ho rivisto Alessia dopo la mia operazione (e la sua, come ho scoperto poi) – racconta il padre – l’ho guardata negli occhi e ho capito: avevamo passato e vissuto la stessa esperienza. E mi sono messo a piangere”.

“La scoperta della malattia è stata drammatica – racconta Alessia – All’epoca avevo 24 anni, facevo sport: proprio in occasione di una visita medico sportiva per ottenere l’idoneità all’agonismo, il medico notò che le dimensioni del diametro della mia aorta erano aumentate. E poi la doccia fredda: si trattava della Sindrome di Marfan”.

Una patologia rara, le cui cause dovevano essere ricercate nella genetica: da qui i continui controlli, le analisi e gli esami anche sui genitori.

“Nel 2012 – continua Alessia – siamo giunti all’Ospedale del Cuore, per far indagare al dottor Dante Chiappino, direttore dell’Unità Operativa Diagnostica per Immagini: la possibilità di giocare, ma soprattutto la gravità della situazione”.

Il resto è l’incontro con il dottor Marco Solinas, la programmazione dell’intervento per il padre, l’attesa per la figlia. Mesi dopo, il ricovero – come da programma – di Bruno, e – contemporaneamente – una svolta per Alessia: la situazione era improvvisamente peggiorata.

“Aver operato il padre la mattina, e poi aver dato nel pomeriggio un’indicazione di urgenza alla figlia – spiega il dottor Marco Solinas, direttore dell’Unità Operativa Cardiochirurgia dell’Adulto – è una cosa inusuale e che fa riflettere: in pochi giorni, addirittura in poche ore, ti trovi a dover gestire il futuro di un’intera famiglia. Alessia era al tempo stesso figlia, moglie e madre: mi sono sentito addosso una grande responsabilità”.

“Per tutta la vita ho convissuto con lo spauracchio dell’operazione al cuore – racconta Alessia – La notizia è stata drammatica, difficile da accettare e ancora di più da gestire in poco tempo. Mi è piaciuta la professionalità di Solinas, che è stata diretta e umana al tempo stesso: riesce ad arrivare alle persone, indaga sui sentimenti personali. Per la prima volta nella mia storia clinica mi sono sentita fortunata, in una situazione sfortunata: quest’uomo mi ha salvato la vita, e lo ha fatto con professionalità, garbo, delicatezza e profonda umanità. Vivo a cuore leggero, mentre prima passavo le mie giornate ad ascoltare il mio battito, per cercare di captare ogni minimo cambiamento del ritmo, con la paura: avrei potuto addormentarmi e non svegliarmi mai più. ‘Mamma, che confusione che fa questo tuo cuore sotto al graffio’, dice la mia bambina. È vero, il mio cuore fa molto rumore quando batte, ma è un rumore che ricorda la vita”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-01-29 12:36:21 ,firenze.repubblica.it

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