Non l’abbiamo ancora vista. Ma quest’ultima scoperta potrebbe portarci finalmente a conoscere la materia oscura, la sostanza misteriosa per cui abbiamo solide prove scientifiche, ma per ora solamente indirette. A fare un passo importate in questa direzione è oggi un team di astrofisici che, analizzando i dati raccolti dal James Webb Space Telescope (Jwst), potrebbe aver identificato tre possibili “stelle oscure”, ossia stelle (teoriche finora) che sarebbero alimentate da particelle di materia oscura, invece che dalla fusione nucleare. Lo studio è stato pubblicato su Pnas.
Ricordiamo che sebbene la materia oscura costituisca circa il 25% dell’Universo, la sua origine rimane ancora oggi sconosciuta. I fisici, tuttavia, ipotizzano che sia fatta di particelle invisibili che non riflettono né assorbono la luce, ma sono in grado di esercitare la gravità. Tra le principali candidate ci sono le Wimp (particelle massicce debolmente interagenti). Quando si scontrano, secondo l’ipotesi, queste particelle si annichilano, depositano calore nelle nubi di idrogeno che collassano e si trasformano in stelle oscure splendenti. Inoltre, la prima generazione di stelle nell’Universo deve ancora essere osservata e ci sono due teorie principali per questi astri: le stelle della gente III che bruciano idrogeno e le cosiddette “stelle oscure”, fatte di idrogeno ed elio ma alimentate dal riscaldamento della materia oscura, piuttosto che dalla fusione nucleare.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-07-17 09:56:31 ,