Torre del Greco. Si chiude con un sostanziale colpo di spugna l’inchiesta condotta dalla procura di Torre Annunziata sul giro di truffe per complessivi due milioni di euro messo in piedi da tre falsi consulenti finanziari ai danni di ignari risparmiatori convinti a investire i propri soldi con la promessa di tassi di interesse da capogiro. La suprema corte di cassazione ha chiuso il cerchio giudiziario intorno ai broker fai-da-te di Torre del Greco, confermando le condanne per Antonio Iovino – alla sbarra per truffa, millantato credito e ricettazione – Teodoro Borriello e Diego Antonio Gaglione. A cui gli ermellini di Roma hanno, tuttavia, riconosciuto il diritto alla non menzione della condanna – otto mesi, venti giorni e 570 euro di multa – nel certificato del casellario giudiziale.
La battaglia legale
La sentenza dei giudici della sesta sezione della suprema corte di Cassazione – presidente Anna Petruzzellis – arriva a 12 anni dalla scoperta del giro d’affari costruito dai tre broker intorno a una società a responsabilità limitata, la Iovimar di Antonio Iovino, utilizzata come «specchietto per le allodole». Ovvero per attirare ingenui investitori ingolositi dalla possibilità di incassare elevati tassi d’interesse per i propri risparmi. In primo grado, metà aprile del 2016, il giudice monocratico Paola Cervo utilizzò il pugno di ferro con i tre falsi consulenti: Antonio Iovino venne condannato a quattro anni e due mesi, il socio in affari Diego Antonio Gaglione incassò un anno e quattro mesi e Teodoro Borriello si vide infliggere un anno e due mesi. Pene già «scontate» durante il primo processo d’Appello – a ottobre del 2017 – eppure trascinate davanti alla suprema corte di cassazione. A giugno del 2019 la prima doccia gelata per diversi truffati – tagliati fuori dal procedimento giudiziario per intervenuta prescrizione – e il rinvio del procedimento a una differente sezione della corte d’appello di Napoli. Complice l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, la nuova sentenza-bis è arrivata solo a marzo del 2021: i giudici di secondo grado hanno sempre riconosciuto colpevoli i tre finti broker, ma le pene sono scese sotto i tre anni per Antonio Iovino e sotto l’anno per i due complici.
L’ultimo verdetto
La sentenza è stata ora cristallizzata dagli ermellini di Roma, pronti a rigettare – fatta eccezione per il diritto alla non menzione riconosciuto a Diego Antonio Gaglione – l’ennesimo ricorso presentato dalle difese dei tre finti consulenti e a condannare Antonio Iovino al pagamento delle spese processuali, mentre Teodoro Borriello dovrà versare anche la somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. Spiccioli rispetto al business messo in piedi dai tre broker a cavallo tra il 2008 e il 2010: a essere raggirati furono casalinghe e dipendenti comunali fino a noti imprenditori immobiliari pronti a investire cifre record.
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Alberto Dortucci , 2022-06-26 05:21:09 ,