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Cappello, guanti e sciarpa non
mancano mai nella valigia di chi si appresta a trascorrere le
vacanze sulla neve in montagna. Ma solo in pochi, anzi in
pochissimi, pensano a portare con sé anche la protezione solare
soprattutto per il viso, proprio come si fa in estate quando ci
si prepara per andare al mare, e occhiali da sole con protezione
UV al 100%, fondamentali per contrastare la fortissima azione
riflettente della neve sugli occhi. Una studio dell’American
Academy of Dermatology ha rivelato che quasi 1 adulto su 5 non
sa che è possibile scottarsi durante l’inverno e ancora meno,
circa 1 su 10, si protegge dal sole prima di svolgere comuni
attività all’aperto quando fa freddo.
Eppure, in montagna l’esposizione alle radiazioni UV, le
principali responsabili del melanoma, sia della pelle che degli
occhi (melanoma dell’uvea, che si sviluppa dalla coroide,
dall’iride e del corpo ciliare), possono essere più intense del
20%. Neve e ghiacciato poi possono amplificare l’esposizione,
riflettendo i raggi solari come uno specchio. A lanciare un
avvertimento, invitando a una maggiore attenzione e prudenza in
vista delle vacanze natalizie, è Paolo A. Ascierto, presidente
della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia
Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative
dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione della decima
edizione dell’Immunotherapy e Melanoma Bridge, che si chiude
oggi a Napoli.
“Il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo, non ha
stagioni – sottolinea Ascierto -. Di conseguenza la prevenzione
non deve mai andare in vacanza. Specialmente quando ci si trova
in montagna e sulla neve. Il freddo, infatti, non protegge dalle
radiazioni UV, tutt’altro. L’esposizione in montagna è maggiore
rispetto ad altre zone di bassa quota. Questo accade perché lo
strato di atmosfera che può assorbire in parte le radiazioni
provenienti dal sole si assottiglia con l’aumentare
dell’altitudine. Nello specifico l’intensità dei raggi UV
aumenta circa del 10% ogni 1000 metri di altezza. Dunque i raggi
UV colpiscono con maggiore intensità la nostra pelle. La neve,
inoltre, agisce come uno specchio gigante e riflette l’80% dei
raggi UV verso il corpo, il viso e anche gli occhi,
particolarmente sollecitati e per i quali è fondamentale la
protezione di occhiali con protezione UV al 100% oppure occhiali
protettivi anti-UV”.
Nonostante questo, sono in molti che non si rendono conto
della necessità di usare la protezione solare in inverno.
Secondo quanto emerso dall’indagine dell’American Academy of
Dermatology – i cui risultati possono rispecchiare anche quanto
accade in Italia – quando fa freddo solo il 13% delle persone
prevede di usare la protezione solare quando va a fare
passeggiate o escursioni. Il 4% la utilizza quando spala la neve
e solo il 6% durante i giochi o lo sport all’aperto. “La
protezione solare è di vitale importanza perché i raggi
ultravioletti sono sempre presenti, indipendentemente dalla
stagione o dall’ora del giorno – spiega Ascierto – Anche nelle
giornate nuvolose, fino all’80% dei raggi UV del Sole può
penetrare le nuvole. Se non ti proteggi, i raggi UV aumentano il
rischio di sviluppare il cancro della pelle”.
La scarsa attenzione alla prevenzione primaria in inverno, va
poi di pari passo con la scarsa attenzione alla prevenzione
secondaria, piuttosto al controllo e all’esame dei nei “atipici” o
dubbi. Nella stagione fredda, restando perlopiù coperti per
mesi, si rischia di non accorgersi della presenza di formazioni
anomale. L’inverno è così lungo che un melanoma può avere tutto
il tempo di proliferare indisturbato. Uno studio su oltre 1250
pazienti con melanoma, pubblicato sulla rivista Dermatologic
Therapy, far mostra di che è nella stagione estiva che si fanno più
diagnosi (29%), seguita dalla primavera (26,6%), dall’autunno
(23,1%) e in ultimo dall’inverno (21,3%). “Tuttavia, una
diagnosi precoce è in grado di influenzare in maniera importante
la prognosi di un paziente – sottolinea Ascierto -. Anche se i
nuovi trattamenti immunoterapici hanno aumentato
significativamente le chances di cura dei pazienti con melanoma
in stadio avanzato, l’aspettativa di vita per coloro che hanno
un melanoma in stadio iniziale raggiunge ben il 95% a 10 anni
dalla diagnosi” aggiunge.
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