MILANO – Giorgia Meloni alla prova del confronto con gli imprenditori della locomotiva economica italiana punta sul mettere in evidenza i dati della crescita rivendicando che “dimostrano un’affidabilità maggiore rispetto al resto dell’Eurozona”.
Intervenendo all’assemblea generale dell’Assolombarda, assicura che sul Pnrr “metteremo i soldi a terra a qualsiasi costo”, che “modificheremo le parti che non vanno bene privilegeremo il profilo strategico” negli investimenti, e ancora “contratteremo con la Ue, faremo le norme necessarie a superare le lungaggini e le difficoltà degli enti locali. Se qualcuno vuole rimanere a guardare vorrà dire che quando avremo terminato avrà imparato una lezione”.
Invita dunque a “comportarci come un sol uomo” sul Piano e annota il dispiacere per il fatto “che sia diventato un terreno di scontro”.
La presidente del Consiglio sottolinea di avere scelto di essere a Milano “perché è doveroso sottolineare l’importanza dall’industria manifatturiera italiana a livello europeo e mondiale”.
Meloni parla di “numeri del settore incontrovertibili” e addirittura “sorprendenti” quando si viene al territorio rappresentato dall’associazione degli industriali di Milano e dintorni. E lamenta che “nonostante questi numeri, assistiamo a una tendenza inspiegabile a sminuire il portato dell’industria italiana, mentre si elevano a punto di riferimento realtà esterne ai nostri confini nazionali dai quali non avete – dice alla platea – nulla da imparare. Semmai, avete qualcosa da insegnare…”.
La premier raccoglie l’applauso della platea al passaggio sulla transizione green: “Non può ritenersi che noi per avviare la transizione ecologica possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese. La transizione ecologica e la sostenibilità ambientale devono – sostiene – camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica”, la transizione va fatta “con l’uomo al centro”.
Guardando sempre all’agenda comunitaria, e in particolare sulle materie prime e sull’industria, Meloni annota che si lavora con “un approccio congiunto per una Ue che oggi inizia a parlare nientemeno che di sovranità, cosa impensabile qualche mese fa quando veniva confuso con un approccio autarchico, una pericolosa tendenza dei partiti di destra”.
Il sindaco Sala: “In Europa funziona l’integrazione e non la segregazione”
Prima della presidente del Consiglio, a intervenire di fronte agli imprenditori era stato il sindaco milanese Giuseppe Sala. Che ha sferzato il governo. “Credo che Milano meriti un pò di più. Non è una polemica, perché è chiaro che non mi rivolgo in particolare a questo governo, mi rivolgo a tutti i governi. Credo che in questo momento, anche dopo tutto quello che è successo con il Covid, anche Milano, che è una città forte, ha bisogno”. Il trasporto pubblico è al primo posto della lista per la quale Sala chiede attenzione: “Per crescere bisogna guardare qui, Milano sta dando un contributo al Paese straordinario. Noi all’erario versiamo 20 miliardi all’anno di tasse e al Comune ne rimangono 200 milioni”.
Se sul tema non c’è vena polemica, su altri punti i toni sono stati più pungenti. “Sono curioso di vedere cosa dirà la presidente Meloni – ha detto Sala prima del discorso della premier – di cosa farà l’Italia sul Mes e sul Pnrr: purtroppo sono stato facile indovino, lo dicevo quasi un anno fa. Sul Pnrr, con le difficoltà che ci sono a gestire tutto il meccanismo, (dal Governo, ndr) daranno soldi alle aziende, in particolare quelle partecipate dal pubblico: non e’ che questo sia un male, ma è una sconfitta rispetto alla possibilità che i territori investissero direttamente i fondi europei”. Collegati a questi temi, ci sono quelli sulla posizione generale che Roma tiene in Europa. “Dalla creazione del mercato unico europeo negli anni ’90” Milano “si è inserita in un’onda di crescita. Quindi per noi ogni discorso che, rispetto all’Europa, parla di chiusura non funziona. Invece qualunque discorso di integrazione in Europa funziona”.
Bonomi: “Su salario minimo nessun veto, ma noi oltre”
“Mi è piaciuto molto sentire nelle parole della presidente Meloni un atteggiamento diverso rispetto alla narrazione dell’industria”, ha detto il presidente di Confindustia, Carlo Bonomi, intervenendo all’assemblea di Assolombarda. “E’ necessario stimolare gli investimenti nell’industria – ha rimarcato Bonomi – non per una questione corporativa ma perché nell’interesse del Paese”. Bonomi è tornato sul tema caldo del salario minimo: “Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia di 9 euro non è un problema di Confindustria. I nostri contratti sono tutti superiori. Se prendiamo ad esempio i metalmeccanici di terzo livello il prezzo è di undici euro. L’industria non è vero che paga poco ma paga il giusto. Non c’è un veto anzi è una grande sfida ed entriamo nel pieno dei temi”.
Sui numeri dell’industria è tornato invece il presidente dell’Assolombarda, Alessandro Spada, che ha parlato di “un nuovo piccolo miracolo economico reso possibile dalla reattività e competitività della nostra manifattura”. Chiedendo all’Europa di “svincolare gli investimenti strategici dal Patto di stabilità”, a cominciare da quelli sulla sanità, ha ammonito anche sul forte rialzo dei tassi di interesse che deve esser “controllato”: “Non bisogna che ci sia un aumento eccessivo”. Per Spada, “fino al 3,5% al massimo – ha aggiunto – è sostenibile per le imprese, oltre scoraggia le imprese a chiedere finanziamenti per fare investimenti. Se i tassi crescono troppo c’è il rischio che si posticipino gli investimenti”.
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2023-07-03 16:59:18 ,