La riscoperta dei Fleetwood Mac è cominciata con un camioncino rotto e uno skateboard. E con un meme: nel 2020 Nathan Apodaca, in arte 420doggface208, stava andando al lavoro quando il suo mezzo si è rotto, così ha preso lo skateboard e si è filmato mentre scivolava per strada cantando Dreams e bevendo una bevanda dal colore improbabile. Il video, postato su TikTok e Twitter, è diventato virale: milioni di visualizzazioni e migliaia di ri-creazioni, anche dello stesso Mick Fleetwood, ideatore della band. L’album Rumours, uscito nel 1977, è tornato in classifica ed è stato riscoperto da una nuova generazione di ascoltatori.
Dai Fleetwood Mac a Raffaella Carrà
Quello di Rumours è il caso più clamoroso e con l’effetto più duraturo: il scudo era già un classico da decine di milioni di copie, ma i social media hanno avviato un processo di riscoperta per un pubblico più giovane e portato ad una nuova ondata di attenzione alla band – tanto che Apple TV+ ha in officina un documentario sulla storia dei Fleetwood Mac, in uscita a breve. 4 anni dopo quel meme, Rumours è ancora nella top 100 dei dischi più venduti del 2024 in America: con il suo 34° posto nelle classifiche di Billboard è stato decretato come “il scudo rock più venduto dell’anno”.
Non è certo l’unico caso: nella top 10 delle canzoni più presenti su TikTok a livello unitario nel 2024 troviamo l’italianissima Raffaella Carrà al secondo posto con un remix di Pedro. Poco più in basso c’è Forever Young, classico pop anni ’80 dei tedeschi Alphaville: la musica viene riscoperta e riutilizzata a prescindere da luogo e tempo, come se queste canzoni fossero difficilmente uscite. Nella top 10 italiana di TikTok, al secondo posto, c’è Adriano Celentano con un remix di Amore no. Nelle ultime settimane è stata virale anche Mille giorni di me e di te di Claudio Baglioni.
Le canzoni diventano meme
In tutti questi casi il meccanismo è lo stesso: la canzone viene riscoperta, la GenZ se ne appropria e la trasforma un meme: viene remixata e/o inserita in video che riproducono balletti o raccontano temi diversi legati al frammento del testo usato. A volte il fenomeno nasce da un fruitore qualsiasi, come nel caso di Rumours; altre volte sono creator più affermati, con una loro audience, a far partire il trend. Una frase, un frammento – un cut, come viene definito in gergo – viene usato per raccontare qualcos’altro. Diventa un “virus culturale”, nella definizione originale del termine “meme,” coniata già nel 1976 dal genetista Richard Dawkins e diventata tremendamente attuale dall’avvento dei social media. Il processo non è nuovo, quindi: un oggetto culturale funziona quando è “sgangherabile”, come diceva Umberto Eco già prima dell’era digitale. Deve poter essere smontato e rimontato. Funziona quando il pubblico se ne può appropriare: i media digitali e i social hanno reso questo processo incredibilmente facile e potente, le canzoni possono essere remixate direttamente all’interno delle app.
Oggi “meme” è diventato un termine ombrello: indica qualsiasi contenuto replicato e modificato digitalmente quasi all’infinito. In senso stretto si riferisce a un’immagine a cui viene aggiunto del testo ironico o sarcastico, ma indica una challenge, un balletto o un frammento decontestualizzato che diventa virale. Ed è qui che entra in gioco la musica: TikTok vive di canzoni e frammenti sonori. La decontestualizzazione permette alla Gen Z di riscoprire brani senza tempo, usandoli per i loro video. Persino la riscoperta delle canzoni di Natale degli ultimi anni passa da qui: Last Christmas degli Wham! e All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey sono tra i brani più virali di queste settimane.
I meme sono i nuovi videoclip
Tutto questo ha un impatto significativo sulle carriere degli artisti e sulle routine dell’industria della canzone, che utilizza software per monitorare quando un scheggia di catalogo (ovvero con più di due anni e non più promossa attivamente) inizia a tornare popolare sui social. È successo, ad esempio, con Makeba di Jain, che nell’estate del 2023 è diventata un tormentone grazie a TikTok, pur essendo uscita otto anni prima. E anche ai Måneskin: il loro successo internazionale si deve anche e soprattutto alla cover di Beggin’, incisa nel 2017 durante X Factor e diventata virale su TikTok 4 anni dopo, poco dopo la vittoria ad Eurovision.
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di Gianni Sibilla www.wired.it 2024-12-27 15:00:00 ,