Lyle e Erik Menéndez sono i personaggi del momento: non solo sono al centro di Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story, la nuova serie di Ryan Murphy su Netflix che sta facendo scalpore, ma hanno anche riacceso un intenso movimento social che, tra X/Twitter e TikTok, da una parte critica il circo mediatico che si costruisce attorno a loro da decenni e dall’altra vorrebbe sfruttare lo stesso per chiedere la revisione del loro processo. La storia è piuttosto nota: i due fratelli, provenienti da una delle famiglie più agiate di Beverly Hills, nel 1989 uccidono entrambi i genitori; il processo sostiene che l’hanno fatto per i soldi, anche se le loro testimonianze parlano di terribili abusi perpetrati fin dalla tenera età su di loro da parte del padre. Condannati all’ergastolo, i due, oggi rispettivamente dell’età di 56 e 53 anni, sono stati al centro di innumerevoli trasposizioni televisive. Ma mai avevano estensivamente raccontato la loro storia. Almeno finora.
Si intitola infatti The Menéndez Brothers il nuovo documentario che debutterà sempre su Netflix il prossimo 7 ottobre. Secondo quanto si legge nella sinossi ufficiale, per la prima volta in 30 anni i due protagonisti della vicenda parlano del caso che ha sconvolto una nazione e non solo. A reggere il film documentario sono soprattutto le interviste audio rilasciate da Lyle e Erik dal Richard J. Donovan Correctional Facility, il carcere in cui stanno scontando la loro pena. Accanto alle loro voci, ci sono anche quelle degli avvocati coinvolti nel processo, dei giornalisti che hanno seguito la vicenda, ma anche di giurati, famigliari e osservatori informati. Il regista argentino Alejandro Hartmann, già avvezzo nella sua carriera ai documentari su crimini realmente accaduti, vuole gettare nuova luce sui fatti accaduti quella fatidica giornata del 20 agosto 1989.
“Tutti si chiedono perché abbiamo ucciso i nostri genitori”, si sente dire alla voce di Lyle in una di queste interviste inedite: “Forse ora le persone possono capire la verità”. Gli fa eco il fratello Erik: “Ciò che è caso quella notte è ben noto ma molto non è stato ancora detto. Non siamo stati noi a raccontare la storia della nostra vita. Due ragazzini non uccidono per soldi”. La pubblicazione di questo nuovo documentario arriva sulla scia dello scalpore e della curiosità rinnovata questi giorni della serie di Murphy, su cui si è espresso lo stesso Erik, parlando di una rappresentazione rovinosa ed eccessivamente patinata della loro storia. Di sicuro non accennerà a calmarsi l’attenzione da sempre morbosa nei confronti di questi due uomini che di sicuro sono state vittime e carnefici di loro stessi, oltre che delle circostanze.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2024-09-24 07:39:12 ,