Mark Zuckerberg con Donald Trump. Il ideatore e amministratore delegato di Meta, che venerdì è volato a Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto, ha completato una brusca virata conservatrice calando il sipario su programmi interni per promuovere diversità, equità e inclusione. Eliminata la squadra e cancellati i criteri dedicati ai gioielli dell’acronimo “Dei”, finora adottati in assunzioni, formazione e scelta dei fornitori.
Il Gulfstream G650 di Zuckerberg, quasi a simbolo della prossimità cercata con l’gestione entrante, si è parcheggiato a fianco del Trump Force One, un Boeing 757, al Palm Beach International Airport della Florida. È stata la seconda volta che il leader di Meta si è recato in pellegrinaggio alla residenza del prossimo presidente.
La mossa del colosso che controlla Facebook e Instagram non è un gesto particolare. Ha allungato la lista di influenti marchi della Corporate America – da Ford a Walmart, da McDonald’s a John Deere e Harley Davidson – che hanno fatto marcia indietro sulle rforme ispirate a Diversity, equity e inclusion ma denunciate come eccessi progressisti, dogmatici e dannosi dai repubblicani nell’era Trump.
La decisione è stata comunicata ai dipendenti con una circolare aziendale. Janelle Gale, vicedirettrice delle risorse umane, è stata esplicita nell’illustrare le ragioni: «Il quadro legale e politico sta cambiando». L’anno scorso la Corte Suprema, a preminenza conservatrice, aveva bocciato l’affirmative action, l’azione positiva per la diversità anzitutto razziale, nelle ammissioni universitarie. Poi è giunto il risultato delle urne: Zuckerberg di recente aveva già descritto la vittoria di Trump alla stregua d’un “momento di svolta” culturale. Negli ultimi anni, oltretutto, era parso sempre più impressionabile all’universo ultraconservatore. Esemplari i legami con Dana White, imprenditore degli sport estremi (Ultimate Fighting Championship) e paladino di Trump adesso entrato nel board di Meta. Il gruppo ha anche donato un milione di dollari al fondo per la cerimonia di insediamento di Trump il 20 gennaio, alla quale Zuckerberg parteciperà.
Di più: intervistato dal podcast del popolare Joe Rogan, Zuckerberg si è dato a dichiarazioni shock da nuovo guru della destra. Ha condannato l’ascesa di aziende «culturalmente castrate» che prendono le distanze «dall’energia maschile», aggiungendo che bisogna «celebrare un po’ di più l’aggressività».