Meta licenzia. Meta assume. Meta decide. I sindacati, per ora, sono stati messi in un angolo. La trattativa tra la filiale italiana della holding che controlla Facebook, Whatsapp e Instagram, e Cgil, Cisl e Uil sui licenziamenti del personale della società, sulla scia del piano di 11mila esuberi annunciato a livello mondiale dal inventore Mark Zuckerberg, è a un punto di stallo. I 22 licenziamenti si sarebbero ridotti a 18, ma non per l’intenzione di Meta di assorbire queste persone. Anzi, mentre dalla abitazione madre parte un piano di nuove assunzioni dopo il repulisti di novembre, in Italia il negoziato tra azienda e sindacati è finito su un binario deceduto.
“Il quadro che emerge conferma le nostre preoccupazioni: l’assenza di effettive soluzioni.
Facebook promette intese che non vedono poi una reale traduzione pratica, intenti “virtuali” e non concreti. I licenziamenti che intendono mettere in campo, diversamente sono estremamente reali“, scrivo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
I numeri
Dall’incontro del 13 dicembre è emerso che il gruppo delle persone da licenziare in Italia si è ridotto. Da 22 a 18. Ma non perché Meta abbia deciso di dare una seconda occasione ai quattro lavoratori. Uno ha dato le dimissioni il giorno stesso dell’annuncio dei tagli. E gli altri tre casi sono legati a procedure parallele in corso all’estero. “Non dipendono dalla strategia italiana”, dice Bruno Pilo, al tavolo in rappresentanza della Uiltucs Milano.
Non solo. Come si può vedere su LinkedIn, il social network dei professionisti, Meta sta assumendo. Anche in Italia. Sei giorni fa, per esempio, è stato pubblicato un annuncio per un designer di prodotto, che ha già ricevuto 90 candidature. Oltre 100 ne sono arrivate per la direzione della sezione gestione prodotto.
Nel complesso sono 15 le posizioni aperte da Meta in Italia: ingegnere di rete (per cavi sottomarini); ingegnere con specializzazione in computer vision; specialisti in intelligenza artificiale; figure nell’ambito della protezione dei dati e della privacy; un manager per l’area data center e uno per i dati dedicato a Instagram.
Futuro buio
Per questo azienda e sindacati si sono dati un ultimo appuntamento per trovare un’intesa: lunedì 19 dicembre. Pochi giorni prima della scadenza dei 45 giorni previsti per legge per comporre la controversia tra le parti. Poi ci sarebbe un altro mese prima di arrivare al licenziamento. Meta al tavolo dice di volere un accordo ma per i sindacati le azioni non rispecchiamo le parole. “Chiediamo nuovamente che il gruppo Meta/Facebook non speculi sulle persone e ritiri dei licenziamenti che hanno la sola finalità contenere i costi su dipartimenti ritenuti meno profittevoli spostando i futuri investimenti a favore di altri ritenuti strategici (su tutti il metaverso) – la posizione dei portavoce dei lavoratori -. L’ultima data del confronto in fase sindacale sarà il 19 dicembre, dopo di ché, come già anticipato al tavolo negoziale, ci riserveremo di mettere in atto tutte le azioni che riterremo necessarie”. Wired non è riuscito a ottenere da Meta un commento prima della pubblicazione di questo articolo.
L’azienda ancora arranca in Borsa. Ma dopo il picco di novembre, un tracollo che ha spinto Zuckerberg a tagliare 11mila posti di lavoro e riconoscere il flop del suo piano sul metaverso per accontentare gli investitori inviperiti, il titolo ha ripreso quota a Wall Street. In un mese circa dall’annuncio del piano di ridimensionamento globale Meta ha guadagnato poco più del 3,8%. Niente a che vedere con le valutazioni del novembre 2021, rispetto al quale il titolo ha perso il 61%.
Meta non è ancora fuori dalla tempesta. Solo una settimana fa il consiglio dei Garanti della privacy europei ha preso tre decisioni vincolanti sul trattamento dati degli utenti che fa l’azienda attraverso i suoi social network. Decisioni che potrebbero tradursi per la multinazionale in salate sanzioni, tanto che Politico ha riferito che Meta ha accantonato 3 miliardi di euro per farsi trovare preparata di fronte a eventuali multe.
Leggi tutto su www.wired.it
di Luca Zorloni www.wired.it 2022-12-13 17:45:52 ,