Meta prepara la prima ondata di tagli della sua storia: migliaia di licenziamenti in settimana. Secondo il Wall Street Journal la holding di Facebook vuole ridurre i costi del 10%: a pesare sono la crisi economica e le ricadute dell’investimento sul metaveso
Mark Zuckerberg tiene la barra dritta sulla sua strategia focalizzata sul metaverso. Ma la scommessa sulla realtà virtuale potrebbe tramutarsi a breve in un’ondata di tagli occupazionali, la prima nei diciotto anni di storia di quella che oggi si chiama Meta.
Twitter apripista dei tagli
Dopo il licenziamento di metà degli impiegati di Twitter, potrebbe essere infatti la società proprietaria di Facebook la prossima Big Tech a cacciare migliaia di persone. A riportarlo è il Wall Street Journal che cita fonti informate secondo le quali i tagli saranno annunciati mercoledì 9 novembre. Secondo queste fonti, gli imminenti licenziamenti a Meta riguarderanno «migliaia di persone». Si tratterebbe della prima operazione del genere nella storia della compagnia e, sebbene in proporzione di dimensione inferiori al maxi licenziamento avvenuto all’interno di Twitter, potrebbe essere il numero più alto di persone cacciata da una Big Tech in un anno che ha visto una contrazione del settore.
Forza lavoro da 87mila unità
Lo scorso settembre la società aveva dichiarato di avere 87mila impiegati e, secondo quanto riportato dal quotidiano economico americano, già allora pensava a un taglio del 10% delle spese anche attraverso licenziamenti. In occasione della recente trimestrale, lo stesso Zuckerberg aveva sottolineato che Meta si sta focalizzando su alcune aree ad alta potenzialità di crescita. Il riferimento era stato interpretato come l’indicazione che Meta non tornerà indietro sui suoi investimenti nei progetti legati al metaverso e ai visori di realtà virtuale.
Che succede ai Reality Labs
La divisione dei Reality Labs ha pesato sul gruppo per un totale di 15 miliardi di dollari. Come altre società hi-tech Meta ha accelerato sulle assunzioni nel post-pandemia, aumentando la propria forza lavoro di 27mila unità nel biennio 2020-2021 e di altri 15mila dipendenti nei primi nove mesi di quest’anno. Ora però le prospettive di rallentamento congiunturale impongono un approccio più improntato alla realtà dei numeri e dei bilanci.