Nelle ultime settimane si è parlato di mezzi pubblici in ragione degli aumenti al biglietto singolo annunciati nelle città di Roma e Milano per il 2023 e già entrati in vigore in Campania. Ma il 2022 è stato anche l’anno del definitivo ritorno alla normalità per il trasporto pubblico locale (Tpl), con il venir meno dell’obbligo di indossare le mascherine a bordo a partire dallo scorso 1 ottobre. Per valutare più nel dettaglio lo stato di salute dei trasporti nelle città italiane, Wired si è affidata al Report mondiale sul trasporto pubblico 2022 pubblicato da Moovit, applicazione che offre servizi di mobilità.
La situazione in Italia
Da un minimo di dieci minuti ad un massimo di mezz’ora. Sono questi, secondo il report di Moovit, i tempi medi di attesa dei mezzi pubblici in Italia. Bene precisare che il dato è da intendersi come riferito alla regione in cui si trova la città citata nel grafico. Esprime cioè i tempi medi di attesa comprendendo anche i mezzi utilizzati per raggiungere queste realtà dal resto del territorio regionale, come mostriamo nel grafico sottostante.
La situazione peggiore si verifica in Sicilia, dove l’attesa per i mezzi del trasporto pubblico locale si protrae fino a 29 minuti. Se a questi si aggiunge che il tempo medio per arrivare a destinazione è pari a 41 minuti, questo implica che ricorrere ai mezzi pubblici in Sicilia comporta un viaggio medio di 1 ora e 10 minuti.
Un dato, quello siciliano sui tempi di attesa, pari a più del doppio della media italiana. Secondo Moovit, infatti, mediamente alla fermata si aspettano 14 minuti prima di veder arrivare il mezzo a bordo del quale si deve salire. Diverse le città del Nord in cui questa attesa scende a 10 minuti. Tra queste anche Bologna, Genova e Savona, realtà che vantano anche il minor tempo di percorrenza, pari a 36 minuti. Da queste parti, per arrivare a destinazione bastano insomma tre quarti d’ora, tra attesa del mezzo e percorso a bordo.
Interessante, poi, mettere a confronto i tempi di percorrenza con le distanze necessarie per raggiungere il posto di lavoro. Un dato, quest’ultimo, che tiene conto anche degli spostamenti a piedi. Il quadro è questo, con la precisazione che, per ragioni meramente estetiche, il grafico non è stato scalato a zero su nessuno dei due assi.
Colpisce il dato di Roma, vero e proprio outlier. Nel senso che, se confrontati con le distanze percorse, i tempi risultano ben più alti rispetto a quelli di altre città italiane. Si tratta di 7,52 chilometri in 52 minuti. A Firenze per coprire una distanza simile se ne impiegano 39.
Il confronto con l’estero
Detto di Roma, dove occorrono 52 minuti a bordo dei mezzi pubblici per arrivare a destinazione, ecco Milano, in cui se ne impiegano mediamente 44. Bene, ma questi dati rendono competitivo il trasporto locale delle due principali città italiane con il resto d’Europa? Purtroppo, non esattamente.
Insieme a Parigi, Roma è la città in cui i tempi di percorrenza sui mezzi pubblici sono più lunghi. Tra le capitali, la migliore è Londra, dove per arrivare a destinazione si impiegano 46 minuti. Il capoluogo lombardo ha prestazioni superiori a quelle di tutte le capitali europee. Ma è anche la peggiore tra quelle che potremmo definire le seconde città dei più importanti paesi d’Europa. Tra queste, prima piazza per Monaco di Baviera, dove il cronometro del percorso dimora-lavoro si arresta a 36 minuti.
Gli effetti della pandemia
Da un lato il timore di contagio in un luogo affollato come sono i mezzi pubblici. Dall’altro il ricorso allo smart working o, per i più sfortunati, la disoccupazione. Diverse le ragioni per cui la pandemia ha colpito duramente il settore dei trasporti pubblici, che ha visto ridursi la quota dei propri utenti.
La parte rossa della barra indica la percentuale di persone che hanno scelto di non utilizzare più i mezzi pubblici. Un numero che comprende sia chi non ha più necessità di spostarsi, perché lavora da dimora o è disoccupato, sia chi ha deciso di utilizzare il mezzo privato per raggiungere l’ufficio. Una situazione che a Genova e Savona ha riguardato il 13,6% degli utenti, il dato peggiore registrato nel report per quel che riguarda le città italiane. In arancione, invece, la quota di chi ha ridotto il ricorso al trasporto pubblico locale per i propri spostamenti. Anche in questo caso il valore più elevato, pari al 21,5%, riguarda le due città liguri.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2022-12-29 06:00:00 ,