Per celebrare, nel 2024, il suo centenario, la casa automobilistica cino-inglese Morris Garages (MG) torna alle origini di costruttore di auto sportive improntate alla leggerezza e lo fa reinterpretando la sua nativa vocazione per le decappottabile spider in chiave cyber. Non è solo l’utilizzo nella progettazione di telematica e realtà aumentata, ma è anche il recupero del significato originario della parola greca κυβερνητικὴ – letteralmente l’arte di governare la nave – a suggerire l’esatta interpretazione di ciò che l’azienda automobilistica si propone di essere: ancora una volta, il volano in grado di coniugare le innovazioni scientifiche per far fronte alle necessità proprie dell’esperienza umana… sognare, muoversi, esplorare. Ancor più oggi, considerando l’emergere di nuove richieste che impongono di armonizzare le esigenze ambientali con i desideri dei guidatori.
Dice bene allora David Allison, manager di MG responsabile della produzione: “La nostra invidiabile reputazione deve essere il punto di partenza per avere chiara la visione del futuro che oggi si chiama elettrificazione“. Ed eccola allora, pronta per arrivare in Europa, in anteprima nella sede Mocauto di Milano la spider che ha mangiato libri di cibernetica e ora si svela pronta ad affrontare le sfide di un futuro che è già contemporaneo. La crasi nel nome è semplice, cyber + roadster che dà MG Cyberster.
Il doppio nel design
La doppia anima della MG Cyberster non può non influenzare le linee guida del design che la ispira. Due posti, ovvio, ma un equilibrio complessivo magistralmente risolto pur nel contrasto che sprigiona da due tratti evidentemente in contrapposizione: il lungo tradizionale cofano anteriore, con linee morbide come pennellate d’artista, ulteriormente giustificato dalla necessità della meccanica elettrica, e quella coda tronca detta di Kamm in omaggio all’ingegnere che ne studiò i benefici aerodinamici, che qui diviene non solo escamotage funzionale ma elemento distintivo.
“Abbiamo avuto chiara dall’inizio la vocazione pioneristica di MG” può dire oggi Carl Gotham direttore del design dell’auto. “Sin dai primi schizzi a mano fino ad arrivare al rendering della vettura in digitale, utilizzando la realtà aumentata per esplorare forme, dimensioni e volumi, per poi dare vita a un modellino in argilla per poterci tornare a lavorare artigianalmente, modellandola a mano, utilizzando fili e tecniche specifiche. Nell’ottica di dare corpo a una moderna interpretazione del brand”.
Il frontale, aggressivo come una spider di razza impone, è caratterizzato dai fari: grandi occhi leggermente socchiusi come quelli di un serpente pronto ad aggredire la strada e solo lievemente compensato dalla curvatura del cofano in una smorfia tentatrice proprio perché apparentemente empatica. Le linee del parafango anteriore, con le prese d’aria per il raffreddamento splittate in due con le identificative griglie retrò, come da tradizione, disegnano una parabola discendente cha attraverso le portiere giunge fino al posteriore. L’auto si innalza a testimoniare il verso della potenza, lasciando scorrere liberamente il flusso d’aria, fin là dove la definizione più rigida delle forme lo divide riaffermando la duplicità della sostanza aerodinamica.
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di Gabriele Nava www.wired.it 2023-11-20 15:47:56 ,