Se Lamine Yamal è passato da 7,2 a 18 milioni di follower su Instagram grazie alla definitiva consacrazione ai Campionati europei, c’è chi, invece, in poche settimane, è passato da poco più di mille follower a quasi 70mila con i tre gol conditi da un assist confezionati con la maglia degli Stallions alla Kings World Cup, la Coppa del Mondo di calcio a 7 che unisce sport, spettacolo, videogame e social media. Michele Trombetta, 30 anni il prossimo 3 agosto, bomber della periferia bolognese, autore di 28 gol con la maglia del Corticella nelle ultime due stagioni di serie D, si gode questo inaspettato bagno di popolarità, rimanendo però sempre fedele a se stesso.
Che emozione giocare con Totti
«L’esperienza vissuta a Città del Messico è ancora viva. In questi giorni sto registrando contenuti per promuovere la Kings League Italia, torneo che partirà ad ottobre. In poche settimane sono passato dall’essere l’ultimo arrivato a uomo immagine della lega. Il mondo social non mi appartiene, mi limito ad aiutare gli altri per creare contenuti». Nelle parole di Michele, sguardo fiero di chi si è conquistato tutto sul campo senza sconti, non c’è in effetti mai spazio per l’enfasi. Nessun concetto viene edulcorato, a differenza di quanto avviene sui social. «Quando sono stato convocato per la Kings League, dopo le defezioni di Balotelli, Mertens e Cerci, il mio pensiero è andato subito a capitan Totti. Io il 9, lui il 10, come nell’attacco dei miei sogni. In campo, poi, l’intesa è stata naturale: lui si appoggiava a me perché vedeva che avevo gamba e personalità. Aver assunto strada facendo un ruolo di guida della squadra assieme a lui, Nainggolan e Viviano mi ha fatto sentire un po’ in imbarazzo, ma è stata una sensazione positiva. Dei tre big della squadra ho apprezzato la mentalità vincente, l’agonismo. Non sono mai scesi in campo per puro divertimento, ma ogni passaggio, corsa all’indietro o sacrificio erano finalizzati alla vittoria del gruppo».
E ora il salto dalla D alla C: giocherà con la Giana Erminio
E con la popolarità è arrivata anche l’agognata chiamata tra i professionisti. A luglio, infatti, ha sottoscritto un contratto annuale con la Giana Erminio, squadra che milita nel girone di A di Lega Pro. «Da Alessandro Miramari, mio allenatore al Corticella, cui mi unisce un rapporto di stima reciproca, ho avuto referenze positive su Andrea Chiappella, che così bene sta facendo qui a Gorgonzola alla guida della prima squadra da ormai due anni. Andrea privilegia il gioco offensivo e i suoi schemi ben si adattano alle mie caratteristiche. Se nella scorsa stagione gli attaccanti in forza alla Giana hanno fatto tutti così bene un motivo ci sarà. Ho deciso di lasciare Bologna, la mia comfort zone, allontanando di 250 km gli affetti familiari, la mia fidanzata e gli amici, pur di accrescere il mio bagaglio di esperienze, conoscenze e competenze. Qui mi sento apprezzato e desiderato. Ho firmato solo un anno di contratto senza alcuna speculazione e come forma di rispetto verso me stesso. Giusto valutare anno per anno il proprio status per poi pianificare la stagione successiva».
Il piano B: è laureato in Economia e Finanza
Laureato in Economia e Finanza, «nella vita è sempre meglio avere un piano B!», Michele condivide con il suo nuovo allenatore anche il lavoro in banca, pur operando in contesti diversi, e non è perciò casuale sentirli parlare a fine allenamento di titoli, obbligazioni o tassi di interesse. «Ho il mandato di una banca con la partita Iva, quindi sono autonomo. Quest’anno nel mio giorno di riposo andrò a lavorare in filiale, mentre negli altri giorni lavorerò al mattino da casa. Avere una giornata piena di impegni mi aiuta a mantenere sveglia la mente a differenza magari di quel che avviene per qualche ragazzo più giovane che non sa cosa fare al di là del calcio».
Il calcio italiano: copiamo il modello estero, non sarebbe un reato ma un’arte
Michele dispensa ottimismo in ogni ambito di competenza, si adombra solo quando il discorso cade sul futuro del calcio italiano. «Avevo predetto con largo anticipo che la spedizione azzurra agli Europei non avrebbe avuto successo. In Italia il movimento calcio è molto indietro rispetto agli altri Paesi. Se in Inghilterra, Spagna e Germania ci sono le seconde squadre è giusto che anche da noi proliferino le squadre Under 23 anche a scapito delle realtà locali. Copiare non è un reato, ma un’arte. L’importante è che poi queste squadre perseguano la loro identità, valorizzando i giovani più promettenti».