Il microbioma è l’insieme di microrganismi che vivono all’interno del corpo umano ma anche sulla sua superficie, per esempio sulla pelle.
Si tratta di un ecosistema completo e complesso che cambia da individuo a individuo e può essere influenzato da diversi fattori esterni, tra cui la dieta. In questa puntata registrata live dal Wired Next Fest Trentino 2024 di Grande Giove, il podcast di Wired che tratta di innovazione, scienza e tecnologia in collaborazione con Fondazione Hub Innovazione Trentino, ne abbiamo parlato con Nicola Segata, professore e capo laboratorio al dipartimento Cibio dell’Università di Trento e all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Dopo aver ottenuto il dottorato in informatica all’Università di Trento nel 2009, ha lavorato come ricercatore alla Harvard School of Public Health dove ha iniziato gli studi sul microbioma umano con approcci di metagenomica computazionale. Nel 2013 è ritornato all’Università di Trento (Dipartimento Cibio) per fondare il proprio laboratorio multidisciplinare che utilizza nuovi approcci sperimentali e computazionali per lo studio del microbioma umano e le sue variazioni rispetto alle condizioni dell’individuo, alle caratteristiche delle popolazioni, e a diverse condizioni di salute.
Come spiegato da Nicola Segata, “ogni microbioma è composto da batteri, archeobatteri, virus umani e batteriofagi ma anche funghi che popolano il nostro corpo. Si stima che ci sia almeno una cellula microbica per ogni cellula umana dentro di noi. Il microbioma è in grado di stimolare il nostro sistema immunitario in modo da renderlo pronto ad esaminare i patogeni e aiuta il metabolismo ad assimilare alcuni composti, come nel caso di alcune vitamine che vengono fornite solo da microrganismi perché non presenti nella dieta e non prodotti dal nostro corpo”.
Esiste una relazione tra quello che mangiamo e il nostro microbioma? Secondo Nicola Segata “il cibo che assimiliamo nel nostro corpo diventa il substrato anche per la digestione dei batteri che, a loro volta, forniscono altri nutrienti. Ad esempio, due gemelli identici, che sono uguali anche dal punto di vista genetico, hanno un microbioma pienamente diverso. Così come potrà essere diversa la loro risposta glicemica rispetto allo stesso pasto mangiato nelle stesse condizioni: molto probabilmente i loro diversi microbiomi processeranno in maniera altrettanto diversa i composti nutrizionali”. E quindi quali sono i cibi da preferire e quali da sottrarsi a per mantenere in salute il nostro microbioma? “Il microbioma è estremamente personalizzato – prosegue Nicola Segata – ognuno di noi ne ha uno diverso, ma in linea generale si dovrebbero preferire sempre diete ricche di fibre vegetali”.
Il microbioma è ormai anche protagonista di diverse terapie in ambito medico. Come spiegato da Nicola Segata, “tra le applicazioni più importanti c’è il cosiddetto trapianto fecale, il trasferimento ossia di materiale fecale da un donatore sano a un ricevente malato. Per alcune infezioni resistenti agli antibiotici è ormai pratica clinica. C’è un batterio in particolare, spesso acquisito in ospedale, che si chiama clostridium difficile, quando è resistente all’antibiotico la speranza di vita è molto bassa, circa del 20%, mentre con il trapianto fecale si arriva al 95% e oltre”.
Ai microfoni, in diretta dal Wired Next Fest di Rovereto, Daniele Ciciarello e Matteo Imperiale, con il coordinamento editoriale di Luca Zorloni, il supporto editoriale di Maddalena Sara e il supporto operativo e logistico di Elena Lotto, Clarissa Rosati e Silvia Mosconi.