Oggi, 8 maggio, si celebra la giornata mondiale del tumore ovarico. Molti sono gli eventi informativi e di sensibilizzazione in corso e in programma per i giorni a venire. È fondamentale, infatti, continuare a parlare di questa forma di tumore pericolosa quanto subdola, che colpisce ogni anno circa 5200 donne solo nel nostro Paese e che è considerato il settimo fra i tumori più comuni nelle donne di tutto il mondo.
I sintomi: aspecifici e tardivi
Circa il 75-80% delle pazienti presenta già una forma di tumore in stadio avanzato al momento della diagnosi: “In questa forma di cancro femminile riscontriamo ancora un’elevata mortalità”, spiega Rossana Berardi, presidente del comitato scientifico dell’associazione Loto Odv e membro del direttivo nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). “Il motivo è da ricercare soprattutto nei sintomi che sono generici e aspecifici e spesso vengono confusi con quelli di altre malattie molto meno gravi”. Dolori addominali, disturbi digestivi, perdite di sangue anche non in corrispondenza del ciclo mestruale: questi sono alcuni dei sintomi che possono metterci in guardia e suggerisci di effettuare un controllo ginecologico. Come ricorda il report annuale di Aiom “I numeri del cancro in Italia”, sono comunque sintomi che spesso compaiono tardivamente: ecco dunque l’importanza della prevenzione e soprattutto di sottoporsi a controlli regolari, a prescindere dalla sintomatologia. Al momento non esistono infatti strategie di screening validate che consentano una diagnosi precoce, e il più delle volte la neoplasia viene scoperta in modo casuale durante i controlli di routine.
I fattori di rischio
Diverso è invece il caso delle mutazioni Brca1 e Brca2, che costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia e che possono essere rilevate grazie agli screening genetici. “A differenza del carcinoma mammario o di quello alla cervice uterina – prosegue Berardi – non sono possibili dei programmi di screening. L’unica forma di prevenzione è legata alle alterazioni dei geni Brca1 e Brca2 che costituiscono un importante fattore di rischio”. Aiom sottolinea l’importanza di effettuare lo screening genetico al momento della diagnosi di tumore ovarico, dato che queste mutazioni rendono il tumore più responsivo al trattamento con farmaci specifici che colpiscono l’enzima Parp (Poly Adp-ribose polymerase), detti Parp-inibitori o Parp-i. A parte la genetica, altri fattori che aumentano il rischio di sviluppare un tumore ovarico sono la nulliparità, l’infertilità, la prima gravidanza in età superiore ai 35 anni e, in generale, la storia familiare di tumori all’ovaio, al colon, all’endometrio uterino o alla mammella.
Le opzioni terapeutiche
Nel caso di tumore in fase iniziale, la chirurgia risulta efficace nel 70% dei casi, con un rischio di recidiva del 25-30%, motivo per cui viene spesso suggerito anche il trattamento chemioterapico. Anche nel caso di neoplasia in stadio avanzato, la chirurgia rimane il trattamento di elezione e, come riporta ancora il report Aiom, l’asportazione completa del tumore (ovvero l’assenza di residuo tumorale post-chirurgico) è collegato a un significativo prolungamento della sopravvivenza. Quando la rimozione radicale non è possibile, l’alternativa è uno specifico trattamento chemioterapico combinato con la cosiddetta “chirurgia ‘intervallo”.
Le iniziative: No Woman Left Behind
È fondamentale, sottolinea Sandra Balboni, Presidente Loto Odv, aumentare la consapevolezza e il livello di informazione sulla malattia: “La nostra Associazione ha fatto proprio, fin dalla sua nascita, il motto “nessuna donna rimanga indietro” che è particolarmente indicato per il tumore ovarico. E’, infatti, uno dei più insidiosi e difficili da gestire e c’è bisogno di un maggiore impegno da parte di tutti. A partire proprio dalle istituzioni e per questo abbiamo chiesto di illuminare il principale palazzo del Governo per dare un segnale forte e chiaro. Abbiamo inoltre avviato altre iniziative divulgative e di sensibilizzazione in varie località del nostro Paese ove sono ubicate le sedi di Loto”. Nella notte fra il 7 e l’8 maggio, infatti, palazzo Chigi si è tinto di azzurro tiffany. Fra le altre iniziative in programma per oggi, 8 maggio, c’è la presentazione del libro Donne a colori, presso la Galleria Steccata a Parma e una diretta streaming, organizzata proprio per le pazienti e in collaborazione con Aiom, disponibile a partire dalle ore 18 a questo link. Per il 13 maggio è prevista inoltre una giornata dedicata allo sport e al benessere delle pazienti, con un evento dedicato al Nordik Walking e organizzato a Pinarella di Cervia, in riva al mare, alla presenza di istruttrici professioniste e delle volontarie Loto. Fino a 10 anni fa, conclude Saverio Cinieri, presidente nazionale Aiom, “avevamo poche opzioni terapeutiche contro il tumore e la chemioterapia era di fatto l’unica arma disponibile. Di recente abbiamo assistito all’introduzione di nuovi trattamenti e farmaci mirati che hanno aumentato sensibilmente le chances dei malati. Restano tuttavia ancora molti bisogni insoddisfatti e quindi la ricerca deve proseguire sfruttando anche le nuove tecnologie che consentono delle diagnosi più precise”.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2023-05-08 11:32:40 ,