Il decreto del governo che dispone il trattenimento dei richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell’esito della procedura di frontiera accelerata, con relativa cauzione di 5 mila euro per rimanere in libertà, è illegittimo e confligge con la superiore normativa europea.
A soli cinque giorni dell’inaugurazione del nuovo centro di Modica-Pozzallo, destinato dal governo al trattenimento per quattro settimane dei richiedenti asilo, i primi ospiti sono già fuori. Così ha disposto il tribunale di Catania accogliendo immediatamente il ricorso presentato dai legali di quattro profughi ospiti del centro di Pozzallo. A disporre il loro trattenimento era stato il questore di Ragusa, ma ieri la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il fermo e con un’articolata motivazione – che di fatto ritiene illegittimo sia il trattenimento sia la richiesta di cauzione in cambio della libertà – ha disposto l’immediata liberazione dei migranti.
Dal canto suo, il ministero dell’Interno impugnerà il provvedimento del Tribunale di Catania. Il Viminale intenderebbe sottoporre al vaglio di un altro giudice la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento.
Il vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, riportando su X le motivazioni addotte dal giudice, conclude che “serve una profonda riforma della giustizia”.
Uno dei provvedimenti riguarda un uomo tunisino, assistito dalla rete LasciateCientrare e dall’avvocato Gaetano Pasqualino, che già in passato era stato colpito da decreto di espulsione. Tuttavia più volte ha manifestato la volontà di richiedere asilo perché vittima di persecuzione per motivi religiosi e anche in questi casi, sottolinea il giudice, va valutato il singolo caso. Il provvedimento del questore “difetta di ogni valutazione su base individuale delle esigenze di protezione manifestate, nonché della necessità e proporzionalità della misura”.
Secondo l’avvocato Riccardo Campochiaro, presidente del centro Astaldi di Catania, si tratta di “una pronuncia importantissima perché stabilisce che la normativa italiana non può che essere disapplicata se non è coerente con quella europea”. “Nello specifico – spiega il legale – la fideiussione bancaria personale non è compatibile con la direttiva 33 del 2013 dell’Ue nella parte in cui non prevede che la garanzia possa essere prestata da terzi. Il giudice cita l’articolo 10 della Costituzione poiché alla luce di questo principio costituzionale non si può togliere a una persona il diritto di fare ingresso nel territorio italiano per chiedere protezione internazionale solo perché proviene da un Paese di origine ritenuto sicuro”.
“Inoltre – continua Campochiaro – l’applicazione della procedura di frontiera non può avvenire in luogo diverso rispetto a quello dell’ingresso: i migranti sono arrivati a Lampedusa. Siamo soddisfatti da questa pronuncia perché ci fa capire che una norma italiana deve rispettare sempre la Costituzione e la normativa internazionale”.
Il centro di Pozzallo, inaugurato lunedì scorso, con 84 posti, è il primo dedicato alle procedure accelerate di frontiera con la presunzione che la maggior parte delle persone che arrivano dai cosiddetti Paesi sicuri non otterranno poi la protezione internazionale e debbano essere subito rimpatriate. Sempre che ci siano accordi in tal senso con i Paesi di origine.
Al momento, infatti, i primi trattenuti sono solo tunisini, visto che l’accordo di rimpatrio con la Tunisia è l’unico che funziona. Ma ora il pronunciamento dei giudici di Catania rischia di lasciare totalmente disatteso il decreto Cutro.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-09-30 18:39:03 ,www.repubblica.it