Dopo la vicenda che coinvolge la suocera e la moglie (lui si è sempre dichiarato estraneo) finite sotto la lente della magistratura per la gestione di due cooperative in provincia di Latina, il neodeputato di origini ivoriane di Verdi-Sinistra italiana Aboukabar Soumahoro, ex sindacalista storico paladino dei braccianti pugliesi contro il capolarato, ha fatto un passo indietro. «Con la massima libertà, Aboubakar Soumahoro ci ha comunicato la decisione di autosospendersi dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra», hanno comunicato Angelo Bonelli co-portavoce Europa Verde e deputato Avs, Nicola Fratoianni segretario Sinistra Italiana e deputato Avs e Luana Zanella, presidente del gruppo parlamentare Avs.
«Rispettiamo questa scelta»
«Rispettiamo questa scelta – continua la nota – che, seppur non dovuta, mostra il massimo rispetto che Aboubakar Soumahoro ha delle istituzioni e del valore dell’impegno politico per promuovere le ragioni delle battaglie in difesa degli ultimi che abbiamo sempre condiviso con Aboubakar». Le due forze politiche devono ancora decidere il da farsi. Fondamentale sarà l’evolversi delle inchieste in corso.
L’inchiesta sulle cooperative
La vicenda che coinvolge la suocera Marie Therese Mukamitsindo e sua moglie Liliane Murekatete riguarda il loro ruolo nella gestione di due cooperative pro-migranti in provincia di Latina, la Consorzio Aid e la Karibu. La Procura pontina indaga (al momento senza ipotesi di reato) per eventuali irregolarità nei contratti ma si parla anche di cattive condizioni di assistenza dei minori ospitati in quelle strutture.
Le verifiche della Guardia di finanza
La Guardia di finanza avrebbe avviato da mesi delle verifiche per il reato di truffa per il mancato pagamento dei salari, così come era stato denunciato da una trentina di lavoratori. Tempi, circostanze e numeri che hanno trovanto conferma nel racconto dei sindacalisti che hanno dato loro supporto.
L’impegno per i diritti dei braccianti
Sumahoro, 42 anni, arrivato in Italia nel 1999, laureato in sociologia all’Università “Federico II” di Napoli , è entrato in Parlamento dopo essere stato anche sindacalista del Coordinamento agricolo dell’Unione sindacale di base (Usb), occupandosi soprattutto della tutela dei diritti dei braccianti, della lotta al caporalato e dello sfruttamento lungo la filiera agricola. Da subito si è dichiarato del tutto estraneo al caso che coinvolge la sua famiglia. Il Il suo nome non compare nelle indagini. Domenica 19 novembre ha diffuso in video nel quale, in lacrime, chiedeva: «Mi dite cosa vi ho fatto? Da una vita sto lottando per i diritti delle persone. Vent’anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete deceduto. Ho sempre lottato». Martedì 22 ha twittato una foto nelle campagne pugliesi: «Alzarsi, resistere e andare avanti come mi state dicendo in tanti. L’impegno deve andare avanti perché è il mandato popolare ricevuto e la nostra missione di vita» ha scritto il parlamentare.