Applausi dai banchi della maggioranza e fischi e un coro di “buu” da quelli dell’opposizione. Così l’aula del Senato ha salutato la faticosa approvazione del decreto Cutro che abolisce quasi del tutto la protezione speciale e riforma il sistema di accoglienza per i migranti.
Novantadue i voti favorevoli, 64 i contrari e nessun astenuto, l’esito della votazione sul decreto che ieri ha riservato diversi colpi di scena con il governo costretto ad apportare una sostanziale modifica su input del Quirinale stoppando così le velleità della Lega intenzionata persino a bypassare gli obblighi previsti dalle convenzioni e dai trattati internazionali in tema di diritti umani che l’Italia ha firmato.

Il provvedimento passa ora all’esame della Camera per il via libera definitivo. Costretto dal vociare dell’Aula subito dopo l’approvazione, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ammonito l’assemblea: “Guardate che non siamo ad una partita di calcio”.
Fino all’ultimo le opposizioni hanno tentato vanamente di convincere la maggioranza a fermarsi e a lavorare insieme a soluzioni diverse, ma il centrodestra è andato dritto per la sua strada non senza tensioni al suo interno. E la Lega infatti insiste provando a far passare il messaggio ( assolutamente mal tollerato da Fratelli d’Italia e Forza Italia) di un ritorno al vecchio decreto sicurezza: “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali – dichiara il capogruppo leghista Romeo – Quindi, non più una sanatoria per tutti com’era diventata e come voleva la sinistra. Gli italiani hanno votato il centrodestra per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come lega abbiamo mantenuto la promessa”.

Di parere ovviamente ben diverso le opposizioni. “Nel decreto contro il quale abbiamo fatto una dura battaglia c’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. L’unico effetto di questo decreto sarà creare più irregolari e più lavoro nero”, il commento del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
Mentre il senatore di Fratelli d’Italia Menia, pur badando bene a non utilizzare le parole “sostituzione etnica” riprende il concetto del ministro e compagno di partito Lollobrigida. “Abbiamo l’obbligo della solidarietà ma anche l’obbligo di difesa della nostra identità. Da gennaio l’incremento degli arrivi dei migranti è stato del 300%; se aggiungiamo la rotta balcanica sarebbero 400 mila a fine anno. Una cifra che coincide con quelli dei nati in Italia, quest’anno avremo il il minimo storico di nuovi nati sin dall’Unità d’Italia, quando gli abitanti erano la metà. Questo Paese si sta inaridendo e a fine secolo, andando avanti così, avrà la metà dei propri cittadini. Sappiamo che c’è una emigrazione italiana, perché i ragazzi italiani che hanno studiato vanno all’estero dato che qui li pagano 4 lire; e li compensiamo con l’ingresso di manodopera? Abbiamo l’obbligo della solidarietà ma anche l’obbligo di difesa della nostra identità”.
repubblicawww@repubblica.it (Redazione Repubblica.it) , 2023-04-20 11:12:28 ,www.repubblica.it