“Rivedendo le immagini di quella notte, ora so di aver sbagliato, mi dispiace. Solo dopo ho capito che la ragazza aveva detto no. Comprendo il disvalore delle mie azioni”. Prima lucido e glaciale in aula, poi in lacrime alla fine di un’udienza durata più di sette ore, Alberto Genovese compare per la seconda volta nel processo in cui è accusato di due violenze sessuali nel 2020 ai danni di una diciottenne nel suo attico di lusso a pochi passi dal Duomo di Milano, e a Villa Lolita a Ibiza.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-06-27 22:01:40 ,milano.repubblica.it