Programmare interventi mirati di prevenzione e cura della gente partendo dai dati raccolti su piccole porzioni di città. Un primo progetto di citizen science per creare politiche che migliorino la qualità della vita dei milanesi. Sono questi i pilastri del progetto Ciao Milano, dimmi come stai! finanziato da Fondazione Cariplo, coordinato dalla Ats (Agenzia per la tutela della salute) della Città metropolitana di Milano, in collaborazione con l’Università degli studi di Milano-Bicocca, la Statale, il Politecnico e il Comune.
Tutto parte da un questionario, inviato a un campione rappresentativo di 40mila residenti nel capoluogo lombardo tramite una cartolina che verrà recapitata per posta e che permetterà la realizzazione di un portale informatizzato di raccolta dati (i cittadini potranno rispondere alle domande fino a metà gennaio). Le informazioni acquisite permetteranno una mappatura dei fattori di rischio e delle condizioni di salute della città: non verranno indagate solo le abitudini e gli stili di vita ma anche le condizioni e la percezione del singolo quartiere per poter pianificare politiche pubbliche puntuali.
Ma facciamo degli esempi. Se in un quartiere si nota la presenza di molti individui sedentari o affetti da obesità, si potrà sviluppare una rete diffusa di piste ciclabili. Se si scopre un’alta percentuale di fumatori si potrà organizzare una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati a questa dipendenza in alcune vie precise. Se si registra uno scarso consumo di frutta e verdure si può pensare di aumentare la presenza di mercati cittadini in quel quartiere.
Il questionario
Il questionario (raggiungibile tramite un qr code raffigurato su una cartolina che il campione sta ricevendo in questi giorni nella propria casella postale) indaga non solo gli stili di vita (dieta, attività fisica, fumo, alcol, gioco d’azzardo) ma anche le caratteristiche del quartiere di residenza (presenza di servizi, coesione sociale, sicurezza, qualità dell’ambiente), l’accesso ai servizi sanitari e le condizioni socioeconomiche (istruzione, occupazione). Ci si concentrerà molto sulla vivibilità del quartiere, su come il cittadino giudica peresempio l’inquinamento dell’aria, la presenza o meno di problemi legati al traffico e alla criminalità. Tutte informazioni che poi verranno restituite ai vari municipi che potranno avere un feedback in tempo reale sull’attuale percezione della zona. L’indagine ha lo scopo di andare a coprire una mancanza di informazioni su quei fattori che non impattano direttamente sulla salute del cittadino ma che possono però aiutare a migliorarne la qualità della vita, in questo senso è un esempio di Urban Health e Citizen Science.
Il progetto rispetta l’anonimato. “Lo abbiamo sottoposto al comitato etico del Policlinico e raccoglieremo dati esclusivamente anonimizzati – precisa Russo -. Anche se arriva la cartolina a abitazione, il dato recuperato non ha più nessun identificativo, viene tenuta solo l’informazione del quartiere, oltre al sesso e alla classe d’età”. Si colmerà così la mancanza di alcune informazioni molto importanti. Per esempio, non si conosce a Milano la quantità di fumatori e bevitori, perché Istat rilascia il dato a livello provinciale.
Dal progetto nascerà una piattaforma open data
Sarà fondamentale l’adesione alla campagna per avere dei dati che possano essere rappresentativi: per questo si è coinvolto anche il testimonial Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia. Alla fine del progetto pilota le informazioni raccolte saranno disponibili sotto forma di open data per permettere a chiunque di poterle studiare. L’idea è che questa possa considerarsi una fase pilota (entro il mese di marzo verranno pubblicati i risultati dell’indagine) per allargare poi la platea e creare una comunità digitale spesso in dialogo con l’amministrazione: sono già stati presi accordi per far partire la fase due.
Il Comune di Milano ha sviluppato in questi anni il fascicolo del cittadino che serve non solo per sbrigare questioni amministrative ma prevede il servizio InformaMi, una email che periodicamente racconta tre notizie su quello che succede in città: “A questo servizio hanno aderito quasi 500mila milanesi – prosegue Russo -. L’idea con il Comune di Milano in una seconda fase del progetto permetterebbe di ingaggiare questi cittadini iscritti, chiedendo feedback su questioni specifiche. Non sarebbe più un campione randomizzato ma si tratterebbe di più di un terzo della gente cittadina. L’idea è che si possa creare una specie di comunità di cittadini che regolarmente riporta delle informazioni all’amministrazione. Ad esempio per la giornata contro il fumo si potrebbe pensare a delle survey che raccontino qualcosa di specifico su una comunità”. Questo modello verrà anche esteso ad altri Comuni che compongono il territorio dell’Ats di Milano e potrà essere utilizzato in altri territori lombardi e italiani.
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di Simona Buscaglia www.wired.it 2022-12-15 05:50:00 ,