Marted il presidente ucraino Zelensky parler al nostro Parlamento e interverr anche il premier Draghi. Gioved il vertice a Bruxelles sul piano per l’energia
APalazzo Chigi erano preparati, se l’aspettavano. Anzi, nella valutazione della minaccia, c’ una postilla che riguarda i prossimi giorni: ne arriveranno altre, contro il nostro Paese, la previsione questa. Anche perch a Mosca, viste le buone relazioni con Roma degli ultimi anni, sono rimasti spiazzati non solo dalla fermezza con la quale Mario Draghi si allineato alle sanzioni internazionali, ma soprattutto dalla velocit nell’attuazione di alcune conseguenze, a cominciare dal congelamento e dal sequestro di beni russi sul nostro territorio.
Ieri mattina il capo del governo si confrontato con il suo ufficio diplomatico, con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e la conclusione stata unanime: la minaccia diretta all’Italia di un funzionario di medio livello del governo russo, per quanto inedita e molto sgradevole, non valeva una risposta diretta del presidente del Consiglio. Quella stata affidata a stretto giro ad una nota della Farnesina, visto che fra l’altro le dichiarazioni provenivano dal ministero degli Esteri russo. Ma allo stesso tempo si deciso che una dichiarazione del premier occorreva a tutela del nostro ministro della Difesa, e cos stato nel pomeriggio, quando Draghi intervenuto personalmente per respingere l’attacco a Lorenzo Guerini, definendo con molta durezza odiose e inaccettabili le parole arrivate da Mosca.
Al contempo non c’ alcuna sottovalutazione di quanto accaduto, o delle ritorsioni che da giorni il Cremlino sta minacciando contro l’Occidente, compreso il nostro Paese. Come noi stiamo diversificando in fretta le nostre fonti energetiche, anche a Mosca stanno cercando di spostare ad Oriente le loro forniture di gas e petrolio, sono due movimenti simmetrici di cui siamo consapevoli, raccontano fonti di governo per descrivere uno scenario in cui nulla viene escluso.
La minaccia del funzionario russo dunque, anche se giudicata un tassello in pi di un mero rialzo dei toni, non viene presa come poco credibile. Oggi per Mosca sono necessari i nostri pagamenti in euro o in dollari delle loro fonti di energia, come a noi sono indispensabili gas e petrolio estratti sul suolo russo. Ma gi nel breve o nel medio periodo una cesura viene messa in conto, nel novero delle possibilit, e non a caso Mario Draghi, come il ministro Daniele Franco, ha accennato nei giorni scorsi ad un contesto possibile di razionamenti energetici. uno scenario estremo, ma estreme sono le anche le conseguenze irreversibili che la guerra contro l’Ucraina provocher.
Per il momento resta comunque la sensazione di una mera guerra di parole: un’escalation di aggressioni verbali negli ultimi giorni si registrata nei due sensi, da Washington e Londra con le parole di Biden e Johnson, da Mosca con Lavrov e lo stesso Putin. A Palazzo Chigi non formulano valutazioni ufficiali, ma la sensazione che la linea di attacco verbale e l’esacerbazione dei toni non aiutino i pochi spiragli diplomatici che esistono. Draghi dice che Putin non vuole la pace, ma non convinto che attaccarlo sul piano personale sia una strada costruttiva.
Marted il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky
parler al nostro Parlamento e il presidente del Consiglio Mario Draghi sar presente e interverr anche lui. Di sicuro risuoneranno parole che non avranno sfumature contro Mosca, la decisione di una guerra, gli atti di barbarie contro i civili, che vengono all’unanimit giudicati come crimini di guerra. Gioved invece Draghi sar a Bruxelles sia per il Consiglio europeo al quale con una decisione straordinaria parteciper anche il presidente degli Stati Uniti, sia per il summit della Nato. Dal vertice dell’Unione usciranno le prime proposte di un piano europeo sul fronte dell’energia, quel piano di diversificazione, autonomia e investimenti nelle fonti rinnovabili che il nostro premier giudica non solo necessario ma anche urgente.
19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 22:52)
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Marco Galluzzo , 2022-03-19 21:53:10
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