Ministeriale Esa: il futuro dello spazio europeo

Ministeriale Esa: il futuro dello spazio europeo

Ministeriale Esa: il futuro dello spazio europeo


La seconda fonte di finanziamento, quella maggioritaria, è costituita dalle risorse disposte nelle casse dell’Esa dai 22 Paesi, chiamati a supportarne i programmi obbligatori in base al proprio prodotto interno lordo. I programmi facoltativi, quelli di cui l’Italia è la prima sottoscrittrice, vengono invece finanziati, a scelta, dai singoli membri, che a fronte del budget stanziato ricevono garanzie di ricadute tecnologiche (con un “giusto ritorno degli investimenti”) nel proprio territorio nazionale.

L’Esa ha diviso le sue attività e i suoi obbiettivi in “domini” e così distribuito le risorse: al segmento Science, che prevede il completamento delle missioni del programma Cosmic Vision 2015-2025 e la definizione degli scopi scientifici fra il 2030 e il 2050 (il programma Voyage 2050) andrà il finanziamento più corposo, cioè 3,1 miliardi di euro (nel 2019 erano 2,8).

2,825 miliardi (prima 2,7) finanzieranno lo Space Transportation, ambito cui affluiscono sia le future ambizioni di trasporto umano (e autonomo) nello spazio, sia i destini dei lanciatori, da anni al centro di una disputa più o meno presunta – ci si tornerà nelle righe seguenti – fra Francia, Italia e Germania.

2,7 miliardi (1,9, tre anni fa) saranno destinati alla Human and Robotic Exploration, cui afferiscono, per esempio, l’esplorazione lunare e quella marziana – con l’intenzione di ripristinare ExoMars e lanciarla entro il 2028 e partecipare a Mars Sample Return -, ma anche la confermata estensione delle attività sulla Iss fino al 2030, la realizzazione del Gateway in orbita lunare e quella di Argonaut (o El3), un lander logistico da una tonnellata e mezzo che supporterà il lavoro dei pellegrini lunari. Un progetto, come deciso a Parigi, che vedrà un’altra importante partecipazione italiana.

Gli Earth Observation Programmes, altro ambito decisivo per il nostro Paese, nel 2019 ricevettero 2,607 miliardi di euro, mentre nel prossimo triennio attrarranno fondi per 2,692 miliardi.

1,8 miliardi saranno destinati alle telecomunicazioni, o Telecommunications and Integrated Applications (cui nel 2019 andarono 1,59 miliardi), e 1,6 miliardi copriranno le Basic Activities.

A scendere, il resto del budget sarà così spartito: 731 milioni di euro alla Space Safety, 542 milioni (582 nel 2019) andranno al segmento Technology Engineering and Quality, che comprende lo sviluppo delle tecnologie per le prossime missioni spaziali, da quelle imminenti alle più futuribili, come Solaris, che punta allo sfruttamento di energia solare dallo spazio; 351 milioni alla Navigation, 237 al Prodex e 118 al nuovo reparto Commercialisation.



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di Emilio Cozzi www.wired.it 2022-12-09 06:00:00 ,

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