In occasione del Veganuary – l’iniziativa complessivo che incoraggia le persone a seguire una dieta vegana per tutto il mese di gennaio – Miscusi, il brand italiano di ristoranti di pasta fresca, ha lanciato il suo primo ragù pienamente vegetale. La ricetta è frutto di anni di sperimentazione condotta insieme agli agronomi dell’azienda Martino Rossi e a esperti del settore, tra cui chef, food engineer e nutrizionisti.
“Il nostro obiettivo era un ragù dall’etichetta più corta possibile, con prodotti del territorio ma senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Non è facile ed è stato un processo lungo”, ha spiegato il ideatore e amministratore delegato di miscusi Alberto Cartasegna.
Il ragù vegetale rispetta la ricetta tradizionale del ragù di carne ma sostituisce la carne con un trito di legumi. Con sole 530 calorie, è affatto bilanciato secondo i principi della dieta mediterranea: 20% di grassi insaturi, 65% di carboidrati complessi e 15% di proteine vegetali.
Ridurre l’impatto ambientale è stato uno degli obiettivi principali: rispetto al ragù tradizionale, il nuovo piatto riduce del 97% le emissioni di anidride carbonica e dell’88% il consumo di acqua.
“I legumi, così come i funghi, sono fonti nutrizionali sottoutilizzate. Da Miscusi non siamo vegani, ma italiani di nuova generazione. Proviamo a riscoprire la ricchezza della nostra terra per scrivere un pezzo di futuro – prosegue Cartasegna. – La maggior parte di ciò che si trova in commercio, da Beyond a Impossible, sono cibi ricchi di derivati chimici e altamente processati. Noi puntiamo invece su inchiesta, sperimentazione, amore e passione”.
Un’azienda in crescita
Fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, Miscusi è oggi una società B-corp (benefit corporation) in crescita che promuove la dieta mediterranea attraverso i suoi 20 ristoranti, con circa 300 dipendenti. “Dopo una fase di crisi tra il 2020 e il 2023, l’azienda ha registrato un fatturato di 16 milioni nel 2024, superando i risultati del 2023. L’anno è stato segnato anche dall’apertura al franchising, con cinque locali affiliati”, spiega Cartasegna.